Il ‘day after’ di Pierluigi Bersani

“Siamo i primi ma non abbiamo vinto. Però la prima parola tocca a noi”. Così Pierluigi Bersani, nella conferenza stampa di analisi del voto.

Oggi è il giorno della rilettura dei risultati. Magri, per un Pd che solo un’ora dopo l’apertura delle urne aveva già in mano una certezza assoluta: “la sconfitta definitiva della destra”. Poi i numeri del Viminale avevano cominciato a far vacillare le loro certezze. Fino a sentire Enrico Letta chiedere “nuove elezioni subito”.

A dati consolidati il segretario del Pd –  che a una domanda su eventuali dimissioni parla di 2013 come “scadenza naturale del Congresso dove deve girare la ruota”, ma non è lui uno che abbandona la nave “posso starci da capitano o da mozzo”, dice –  “prendiamo atto con umiltà e responsabilità dell’ esito elettorale,  siamo largamente maggioritari alla Camera, maggioritari come voti al Senato pur senza aver vinto. Ma il bicchiere va letto dai due lati: noi non siamo il problema. Comunque siamo stati un punto di tenuta”. E conclude assicurando che  “saremo portatori di una proposta di cambiamento come e più di quanto abbiamo detto in campagna elettorale, ma senza predisporre diplomazie con questo o quello”.

 

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