Il MIDEM, conclusosi da poco a Cannes, è il più importante mercato internazionale della musica e del music publishing, ed è un evento annuale dedicato all’ecosistema della musica, una grande fiera che si dirama in conferenze, concorsi, eventi di networking e spettacoli dal vivo.
Giunto alla 47° edizione, il MIDEM quest’anno registra un calo fisiologico di presenze del 7% «dovuto alla crisi economica generale ed alla crisi interna che sta colpendo il settore negli ultimi 10 anni», dichiara il direttore dell’evento Bruno Crolot, ma i 6.400 operatori in rappresentanza di oltre 70 paesi partecipanti dimostrano ancora una volta l’importanza di confrontarsi annualmente a Cannes e continuare a cercare delle soluzioni possibili per rendere remunerativo un mercato che diventa sempre più “liquido” con la quasi totale assenza del disco fisico e con le grosse problematiche legate alla protezione dei contenuti e dei diritti d’autore in rete.
Anche Jean Michel Jarre stella globale della musica elettronica, ospite del MIDEM, invoca una crociata in difesa del diritto d’autore esortando le autorità a tutelare il copyright degli artisti occidentali in oriente, specialmente vigilando ed avvicinandosi alle autorità di Taiwan che produce l’80% della musica per il mercato cinese. (1,5 Mld di utenti)
Ogni anno, al MIDEM si alternano grandi personaggi della dell’industria musicale, politici e musicisti, quasi sempre coinvolti in discussioni sul tema protezionistico del mercato in rete. Per la verità in altre edizioni passate ci sono già state delle proposte interessanti che affrontavano il problema della mancata remunerazione in rete con un approccio diverso, non punitivo ma cercando altre fonti di guadagno legate al download musicale, vedi la proposta di Peter Gabriel che tra i primi proponeva la sponsorizzazione dei contenuti come piccolo sacrificio per l’utente che poteva poi scaricare o visualizzare legalmente.
Gerd Leonhard, grandissimo visionario, uno dei massimi esperti del settore già ospite al MidemNet 2009, diceva «Cercare di fermare il file sharing è stata una sostanziale sconfitta, invece di mettere in galera i ragazzi bisogna cercare accordi con le compagnie telefoniche, che dal file sharing guadagnano moltissimo».
Il modello di Gerd Leonhard “Compensation Not Control Music”, sostiene da anni che “la musica è come l’acqua” e bisognerebbe pagare semplicemente la “fornitura” insieme all’ADSL o all’abbonamento del cellulare, come avviene con la radio e la televisione.
In questa direzione, sembrano prendere corpo al MIDEM 2013, le nuove proposte che grazie ad una presa di coscienza generale su chi effettivamente stia guadagnando enormemente in rete, vogliono ristabilire un equilibrio di compensazione dei contenuti che attualmente non vengono pagati o sottopagati con cifre irrisorie.
Anche secondo il Ministro francese alla cultura Aurélie Filippetti, presente al MIDEM, «attualmente l’ecosistema di Internet non è giusto», i finanziamenti alla produzione musicale, dovranno provenire dai provider e dai grandi players di internet.
La “Google Tax” viene richiesta a gran voce dall’industria discografica che lamenta perdite colossali negli ultimi anni. Thierry Chassagne presidente di Warner Music France esprime in modo chiaro il concetto: «Chiediamo che i motori di ricerca come Google e gli ISP vengano tassati e che questi introiti vengano riversati nella creazione culturale. […] Queste persone hanno completamente beneficiato dei nostri contenuti per attirare gli utenti a casa loro».
La rivendicazione nasce dal presupposto che i grandi motori di ricerca come Google indicizzano contenuti non autorizzati, inoltre altri grandi operatori internet traggono enormi profitti a svantaggio dell’industria dei contenuti.
Michel Barnier, Commissario UE per il mercato interno, parlando dell’importanza del comparto musicale per l’economia europea al 47° Midem di Cannes, sostiene «La musica registrata rappresenta un mercato da 6 miliardi di euro che dà lavoro a tante persone…»
Speriamo allora che questa nuova proposta alla Robin Hood sulla redistribuzione delle ricchezze generate da internet non venga ostacolata ma compresa dai “ricchi e potenti” Google & C. diventando così un sostegno reale alla musica che non alleggerirà questa volta, le tasche di noi “poveri fruitori”.
Audrey Barros
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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