Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha annunciato le proprie dimissioni al termine dell’audizione urgente convocata alla Camera sul caso dei marò. “Mi dimetto perchè per 40 anni ho ritenuto e ritengo oggi in maniera ancora più forte che vada salvaguardata l’onorabilità del Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana. Mi dimetto perchè solidale con i nostri due marò e con le loro famiglie”. Poi rincara la dose aggiungendo “Ero contrario a rimandare in India i marò, ma la mia voce è rimasta inascoltata. Ho aspettato a presentare le mie dimissioni qui in parlamento per esprimere pubblicamente la mia posizione: non posso più far parte di questo governo”.
Nel corso del suo intervento il ministro degli Esteri ha sostenuto che “tutte le istituzioni erano informate e d’accordo sulla decisione di trattenere in Italia i marò. La linea del governo è stata approvata da tutti l’8 marzo” e la decisione di non rimandare in India i due fucilieri della Marina aveva “solido fondamento giuridico e politico”.
“Io ho dato informazioni a tutte le autorità di governo sugli aspetti critici del negoziato con l’India. Sono un uomo delle istituzioni che ha servito per 40 anni lo Stato. In questi giorni ho letto ricostruzioni fantasiose, in merito a iniziative che avrei assunto in modo autonomo, ma io mai avrei agito in modo autoreferenziale”.
Inutile dire che le reazioni non si sono fatte attendere. Il ministro alla Difesa Di Paola controbatte immediatamente: “Sarebbe facile oggi lasciare la poltrona, ma non sarebbe giusto e non lo farò”. La reazione nell’aula di Montecitorio è un applauso unanime scrosciante, Terzi escluso. Poi aggiunge
“Non abbandonerò la nave in difficoltà con Massimiliano e Salvatore a bordo fino all’ultimo giorno di governo, verrei meno al senso del dovere delle istituzioni che ho sempre servito e alle scelte del governo che ho condiviso”.
Domani il presidente del Consiglio Mario Monti riferirà in aula l’esito dell’incontro con il capo dello Stato, in merito alla questione. È quanto ha dichiarato il presidente della Camera Laura Boldrini.
C.D.