Un 1-1 che non accontenta né deve accontentare nessuna delle due compagini. Così è finito lo “strano derby romano del lunedì” al termine di 90 minuti ricchi di emozioni oltre che di tensione in campo e non solo. Sì perché il match è stato preceduto da prolungati momenti di autentica follia iniziati intorno alle 18 a Ponte Milvio con tre tifosi accoltellati, proseguiti con scontri sul Ponte Duca d’Aosta, scene di panico tra i parcheggi al Flaminio e una sassaiola contro le forze dell’ordine nei pressi della Tribuna Tevere. Il bilancio finale recita: otto feriti, di cui sei per accoltellamento e gli altri per lancio di bottigliette. Quello provvisorio, invece, parla di quattro fermi tramutati in arresti, ma Digos e polizia scientifica stanno ancora visionando i filmati per individuare altri responsabili. Una guerriglia urbana. In barba ai ripetuti appelli alla civiltà della vigilia e al buon senso. In campo, si può dire che si è trattato di un derby a tratti anche molto spigoloso ma, tutto sommato, ben giocato da entrambe le squadre, secondo le rispettive caratteristiche (molto diverse) e possibilità (attualmente, non straordinarie su ambo i fronti). La Roma, che Andreazzoli ha preferito schierare con una difesa a quattro per non sprecare un centrale di troppo, visto il consueto modulo ad una sola punta, Klose, scelto da Petkoviç per la Lazio, iniziava di gran carriera nei primi dieci minuti: nulla di trascendentale, intendiamoci, ma il giusto approccio aggressivo sì, impreziosito da un bel numero di Lamela con Gonzalez bravo a spazzare. Il primo tempo della Roma, fatta salva una botta da fuori di Totti respinta da Marchetti in pieno recupero, è praticamente tutto qui. Perché la Lazio, superati i primi dieci minuti di sbandamento, trova il giusto assetto e prende in mano la gara, bravissima a centrocampo con Ledesma e Onazi ( preferito a un Mauri ancora in condizioni incerte) a chiudere tutte le linee di passaggio per le due punte giallorosse, Totti e Lamela, a isolare Pjaniç ( male nel primo tempo da trequartista, molto bene nella ripresa da mezzala), devastante sulle fasce con Luliç e, soprattutto, Candreva a destra che creavano costanti patemi alla retroguardia romanista, oltre ad andare alla conclusione in proprio entrambi costringendo Stekelenburg a due difficili interventi. In mezzo, lo show di Hernanes che, prima al 16’ fintava la conclusione di destro per poi scagliare un sinistro da fuori di rara potenza e precisione per l’1-0 biancoceleste, poi si faceva rimpallare all’ultimo. Un grandissimo primo tempo il suo, non solo per qualità, ma anche in ripiegamento. La ripresa si apriva con il medesimo canovaccio del primo tempo, ossia Lazio padrona assoluta del campo e, addirittura, occasione gigantesca di mettere la pietra tombale sulla vicenda: un Marquinhos, insolitamente goffo, fermava il pallone aiutandosi con il braccio ( su un altro episodio simile, nel primo tempo, Mazzoleni aveva, invece, sorvolato): una sciocchezza che costava il rigore. Il difensore brasiliano eroe negativo, quindi? Neanche per sogno, in un derby dai mille volti come questo. Perchè sul dischetto andava Hernanes, sempre implacabile cecchino dagli undici metri contro la Roma, ma il suo piatto destro si apriva troppo e la palla sfilava a lato con Stekelenburg a terra, solo in attesa della sentenza. Incredibile. Ma ancor più incredibile, forse, è, al culmine del comprensibile sbandamento che attraversa i biancocelesti dopo l’occasione fallita, il tentativo scomposto dello stesso brasiliano di intervenire su un rivitalizzato Pjaniç: stavolta è rigore Roma e Totti non si lascia scappare l’occasione di dare un’altra lustratina ai suoi record: ora è suo anche quello di reti segnate nei derby di campionato, raggiungendo a quota 9 centri Delvecchio e Da Costa. Poco dopo, l’altro episodio che avrebbe potuto rovesciare del tutto le sorti del match: l’espulsione di Biava per due gialli presi in rapida successione. Lazio in dieci e, da questo momento, in campo rimane una sola squadra in grado di poter ottenere i tre punti. Ma, al di là di una doppia prodezza di Marchetti su punizione di Totti e conseguente tap in di Florenzi e poi ancora su punizione del capitano con in mezzo un gol incredibile che Lamela si divora di testa con Marchetti stavolta a farfalle, la Roma dimostra scarsa lucidità nell’impostare una manovra ordinata e la Lazio, tutto sommato, tiene bene rischiando anche il blitz con una stupenda percussione di Onazi, straordinario slalomista una miriade di caviglie ma ingenuo a non concludere prima che il portone si chiudesse davanti a lui. Petkoviç ha parlato di bicchiere “mezzo pieno” perché la Lazio gli è piaciuta per come aveva giocato in undici e per come aveva resistito in dieci, ma lasciava chiaramente trasparire l’insoddisfazione per non aver chiuso la pratica con il rigore. Ancora più netto Andreazzoli per il quale “è forte la sensazione di aver perso due punti”. Si è trattato di un derby in cui entrambe le squadre, effettivamente, possono avanzare legittime recriminazioni ma, avendo confermato la sensazione che la Lazio sia, in ogni caso, la meglio organizzata tra le due, si può ricavarne una differenza: la Roma non è riuscita a vincerlo quando avrebbe potuto, la Lazio non è riuscita a chiuderlo quando avrebbe dovuto. E quando era in pieno comando delle operazioni. Per entrambe sciupata, comunque, l’opportunità di rientrare convintamente in area terzo posto. Ora, la Lazio dovrà affrontare il fondamentale retour match con il Fenerbahçe giovedì sera senza pubblico e, poi, lunedì, in un altro “posticipo del posticipo” avrà la Juve senza poter contare su Biava ma anche sull’intera “catena di sinistra”: Radu e Luliç. Per la Roma, dopo l’impegno con il Torino in campionato, trasferta da dentro o fuori in un altro “strano posticipo”, quello del ritorno delle semifinali di Coppa Italia con un’Inter pressoché priva di tutto il reparto offensivo e che potrà affidarsi al solo Rocchi. Uno, però, che conosce bene il significato della parola derby.
D.P.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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