Non c’è pace nella Striscia di Gaza: dieci persone sono morte e decine sono rimaste ferite a seguito di un raid aereo isreliano che, secondo quanto si apprende da prime informazioni, sarebbe stato ordinato per colpire l’abitazione di un membro della famiglia Kawara che avrebbe legami con il braccio armato di Hamas. Il lancio di razzi è avvenuto a Khan Yunis.
Un aereo militare israeliano
Nelle immediate vicinanze dell’abitazione c’erano decine di persone, tra cui donne e bambini, “scudi umani” secondo la stampa israeliana. Secondo prime stime, il bilancio sarebbe stato di sette vittime (tra cui due bambini) e di 35 feriti, solo in un second momento sarebbe sapito a dieci morti. Ma si tratta di cifre ancora ufficiose. “Una strage di innocenti“, gridano gli abitanti del posto.
“L’offensiva terrestre è sul tavolo e le istruzioni del premier sono prepararsi ad una profonda, lunga, continua e forte campagna a Gaza“, avrebbe confidato una fonte ufficiale di Tel Aviv al quotidiano israeliano Haaretz. Quindi, Netanyahu avrebbe optato per la linea durissima. Ma circa il tenore della risposta da dare alle iniziative di Hamas, il governo israeliano è tuttora molto diviso. Ad indurre il premier a rompere gli indugi, sarebbe stato il rischio di perdere la maggioranza parlamentare, vista la rottura del patto elettorale con il Likud (il partito di Netanyahu) da parte di “Israel Beitenu”, il partito di destra nazionalista guidato dal ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, critico verso l’atteggiamento di Netanyahu ritenuto troppo morbido. Negli stessi termini si era già espresso anche il ministro dell’Economia Naftali Bennett, leader di “Focolare ebraico”, partito vicino ai coloni. Intanto, il Sud di Israele è stato oggetto di un’autentica pioggia di razzi per tutta la notte. L’attacco porta la rivendicazione delle Brigate Azzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, che ha definito la pioggia di lanci una “risposta all’aggressione sionista“. Anche in mattinata le acque non si sono placate affatto: almeno venti razzi palestinesi sono stati lanciati nel Neghev, in particolare ad Ashqelon. Più a nord, ad Ashdod, le batterie Iron Dome hanno intercettato quattro razzi Grad. L’aviazione israeliana ha colpito diversi obiettivi nel nord e nel sud della Striscia.
Bombardamenti a Gaza
E anche Hamas, per bocca di Abu Obeida, portavoce delle Brigate Azzedin al-Qassam, ha minacciato di lanciare missili verso Tel Aviv “e anche oltre“. A Tel Aviv non se lo sono fatti ripetere due volte e il comune ha iniziato immediatamente a preparare i rifugi pubblici visto l’acuirsi della crisi. La rotta dei voli in arrivo e in partenza dall’aeroporto Ben Gurion è stata spostata più a nord per il timore del lancio di razzi da Gaza.
E se a Tel Aviv ci si prepara al peggio, Gaza City è ormai ridotta ad una città fantasma. Tutti i luoghi pubblici sono rigorosamente deserti. La cittadinanza è asserragliata nelle proprie abitazioni. Tutti temono di venir colpiti in qualche raid aereo.
Un inferno che non ha fine.
Un bambino ferito nei bombardamenti di Khan Yunis
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