La settimana che condurrà al derby capitolino ( che si giocherà, comunque, lunedì 8) ci ha consegnato un’imprevista inversione di tendenza: la Lazio, apparsa stanca e sfiduciata in campionato, ci arriva sulle ali dei ritrovati tre punti ottenuti contro il coriaceo Catania di Maran, la Roma dopo una batosta senza appello sul campo di un quasi rassegnato Palermo che non vinceva una gara da novembre. E proprio in quel “quasi” c’è parte della chiave di lettura di quanto accaduto al Barbera. I rosanero, tornati sotto la guida di Sannino, già frettolosamente giubilato dall’inquieto Zamparini in questa stessa stagione, hanno giocato la partita della vita, dimostrandosi, per la prima volta, una squadra: compatti, determinati, concentrati, solidali tra loro i siciliani, molto molli e svagati i giallorossi, forse troppo rilassati dopo la settimana di celebrazioni per il ventennale in A di capitan Totti. E con qualche errore di troppo del tecnico che forse sta iniziando ad avvertire la pressione di dover rincorrere un’Europa a tutti i costi per sperare in una comunque difficile riconferma per la prossima stagione. E qui sta l’altra chiave di lettura di quanto visto in Sicilia. Una Roma abulica davanti, con poche occasioni, comunque tutte malamente sprecate. Una difesa ai limiti dell’imbarazzante davanti alla quale Iliciç e Miccoli hanno fatto il bello e il cattivo tempo con una rete ( e un assist) a testa. I due legni colpiti dal Palermo non hanno reso giustizia all’incredibile divario vistosi in campo a favore dei padroni di casa. E, intanto, sta diventando sempre più problematica la gestione di un Osvaldo visibilmente nervoso che ha sfoggiato il suo peggior repertorio: oltre all’inconcludenza sotto porta si è anche beccato un sin troppo generoso giallo che, per inciso, gli costerà la squalifica nel derby. I tifosi continuano a contestarlo, la società e il tecnico a difenderlo, ma in maniera sempre meno convinta e convincente. La separazione a fine stagione pare ormai inevitabile. Malissimo Burdisso e Castan, Tachtsidis ha perso completamente il ritmo partita e si vede, De Rossi la consueta controfigura del guerriero che si ammira in azzurro. E la novità è che è andato male anche Totti. Se il capitano non gira, la squadra accusa. E Lamela, costretto a sfiancarsi in un logorante doppio lavoro, non può mantenere la necessaria lucidità davanti. Un panorama preoccupante, visto che Totti i suoi anni li ha e che i giovani talenti stanno crescendo ma forse un po’ troppo a rilento.
In casa Lazio, invece, dopo aver visto molto da vicino lo spettro di una quarta sconfitta consecutiva, si respira un’aria molto diversa: l’ostacolo Catania non era semplice, bravissimi i biancocelesti a costringere gli etnei ad una difesa ad oltranza per tutti i 90’. Il gol catanese è frutto, molto casuale peraltro visto il fortunato rimpallo sullo stinco di Radu che aveva consentito ad Izco di aprire le marcature, dell’unica iniziativa degli ospiti. Marchetti, incolpevole sulla rete, di fatto spettatore non pagante. Una delle migliori esibizioni della Lazio, sempre avanti ma parecchio jellata in più di un’occasione: già nel primo tempo, Cana, al culmine di una combinazione tutta di prima da applausi, incappava in un rimpallo fotocopia di quello che avrebbe mandato in rete il Catania: per lui, purtroppo, solo un clamoroso incrocio dei pali; mentre l’esordiente ( da primo minuto) Saha si divorava il vantaggio da pochi passi. Anche Kozak mancava la rete di un soffio subito dopo il vantaggio ospite, ma la bravura di Petkoviç e dei suoi ragazzi si è vista proprio in quel frangente. Di fronte alla tentazione di mollare e risparmiare energie per il fondamentale impegno di giovedì ad Istanbul con il Fenerbahçe, non ha esitato a spronare i suoi a riprendere la gara. Anche Klose, assente dalla splendida serata del 29 gennaio contro la Juve in Coppa Italia, entrava in campo e, pur con poco tempo a disposizione, non mancava di offrire un prezioso contributo. Ma ancora più importante si era rivelato l’ingresso in campo di Ederson che ha fatto girare non poco la testa alla retroguardia catanese e si è anche procurato il netto rigore della vittoria, calciato con maestria da un Candreva, autore di un primo tempo da protagonista assoluto. Una rimonta perfezionata in soli due minuti di furenti assalti e dopo che un altro più che il direttore di gara aveva deciso di sorvolare su un più che sospetto contatto in area ai danni di Kozak. Bella prova d’orgoglio della Lazio che, unitamente al recupero di Klose, Biava e Mauri (pur rimasto in panchina), fornisce indicazioni molto incoraggianti in vista della stracittadina. Che si preannuncia più che mai rovente. Alla stilettata lanciata da Totti in settimana (“I laziali mi stanno antipatici”), ha replicato per le rime Lotito con un autentico manifesto del suo pensiero sulla rivalità cittadina: “Non dobbiamo pensare alla Roma, è una squadra della Capitale nata 27 anni dopo. Si trova in una situazione diversa di classifica perché a differenza nostra non ha partecipato a competizioni europee. La Lazio è stata penalizzata dagli impegni in Europa League, ma al tempo stesso questi hanno dato prestigio alla nostra squadra”. Si parlava di una vigilia all’insegna della distensione con tanto di conferenza stampa congiunta dei due tecnici ( per inciso, entrambi dichiaratisi più che disponibili), ma quando si ode il richiamo della foresta…
D.P.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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