“Giro di boa” l’uno, Nicola Zingaretti, “ottima notizia” l’altra, Beatrice Lorenzin, per annunciare la fine del commissariamento della sanità per il Lazio (a partire dal 31 dicembre 2018, però). “C’è un’ottima notizia: il Consiglio dei ministri ha deliberato l’uscita dalla fase commissariale”, ha dichiarato qualche giorno fa la ministra della Salute in riferimento alle gravi difficoltà economiche della Regione, sede dei palazzi di governo, commissariata dai tempi di Marrazzo presidente. Zingaretti ha parlato invece di “un giro di boa con l’ingresso di nuovo personale e 720 milioni di euro tra infrastrutture e materiali”. Questo scambio di dichiarazioni, avvenuto nella sala stampa di Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri (il 1 dicembre) – che ha deliberato “l’assegnazione al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, quale Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, del compito di proseguire le azioni già intraprese per procedere, ad esito della completa realizzazione del Programma operativo 2016-2018, al rientro nella gestione ordinaria entro il 31 dicembre 2018” – potrebbe anche configurarsi come un ‘assist’ fornito da chi – la Lorenzin – avvicinandosi le elezioni, regionali e politiche, ha deciso di fare per tempo una prova di ‘cambio d’abito’: dall’Alleanza Popolare condivisa con Angelino Alfano, starebbe avvicinandosi al Pd di Zingaretti, condividendone la linea strategica. Ma la manovra di ‘assolvimento’ nei confronti del quasi ex e con grandi probabilità non rieletto presidente regionale, non è piaciuta al candidato alla presidenza della regione Lazio Sergio Pirozzi: “Ho voluto attendere prima di commentare la difesa d’ufficio del Ministro della Salute Lorenzin dell’ex commissario alla Sanità e probabile futuro ex Presidente della Regione Lazio, Zingaretti. Dopo aver letto le tristi smentite di alcuni sindaci che si sono trovati il loro nome iscritto artificialmente come sostenitori dell’ex commissario, aver letto che il ministro di un governo amico, dopo aver compiuto un atto politico assai discutibile anche nel merito esattamente alla vigilia di un appuntamento elettorale, si trasforma in una sorta di portavoce del presidente di regione che ne ha beneficiato mi ha lasciato senza parole”. Pirozzi, Sindaco di Amatrice e candidato con una lista civica tutta sua, alla quale hanno aderito diversi sindaci e imprenditori, lo dice in una nota. “Un ministro che toglie le castagne dal fuoco a un ex commissario, evitandogli di dover affrontare il merito delle critiche è la conferma che il Lazio è stato governato in questi anni da una politica di palazzo lontana anni luce dalle esigenze dei cittadini. Un modo di intendere la politica che alimenta la disaffezione degli elettori verso la classe dirigente, facendo crescere l’astensionismo. Ho una storia politica di centrodestra – continua Pirozzi – e mi spiace vedere che l’opposizione, ha quasi totalmente ignorato l’argomento sanità, limitandosi a pochi commenti di circostanza, con la pregevole eccezione del capogruppo di Forza Italia, Aurigemma, che ha chiesto la convocazione di un consiglio regionale straordinario”. “Invece di condannare duramente atti come quello del ministro, e parlare con e dei cittadini, anche l’opposizione si perde a discutere solo del Risiko delle poltrone, usando i giornali come cassa di risonanza di logiche che interessano solo agli addetti ai lavori e spesso prive di reale fondamento – sottolinea il sindaco di Amatrice candidato governatore – In questi giorni sui giornali si vedono solo virgolettati contro di me attribuiti a chi ha il compito di portare la pace nel centrodestra del Lazio e fantasiose ricostruzioni sull’origine della mia candidatura a Presidente della Regione Lazio, che viene presentata come figlia di una parte politica che non ne è stata l’ideatrice, ma ha sposato con gioia la mia scelta del tutto autonoma”. “Ho scelto di presentare la mia candidatura insieme al simbolo con lo scarpone proprio perché fosse chiaro che, pur essendo ovviamente aperta a tutti i partiti della mia area politica di riferimento, nasceva dal basso, in modo spontaneo. Una sintesi tra il civismo e la buona politica. L’unica strada – conclude Pirozzi – per riportare al voto i cittadini delusi sia dalla politica di palazzo come quella della giunta regionale uscente, sia dalla disastrosa alternativa del Movimento 5 Stelle perfettamente rappresentata da Virginia Raggi. Le persone non aspettano altro che di poter tornare a sentire la politica vicina a loro e a vederla offrire soluzioni concrete e soprattutto realizzabili ai loro problemi”. Le affermazioni di Sergio Pirozzi sono state naturalmente accolte dal Pd, nella persona del senatore Bruno Astorre, come “l’ennesima occasione per fare polemica elettorale”. La campagna elettorale per l’elezione del successore di Nicola Zingaretti è già iniziata e la temperatura aumenta gradualmente.
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