La crisi c’è e continua a mietere vittime. Persone esauste che nel corso di questi ultimi anni hanno visto sparire i sacrifici di una vita e che, ritenendosi sconfitte, hanno gettato la spugna e si sono congedate per sempre dai loro cari.
L’ 11 febbraio, ieri, un imprenditore vicentino si è tolto la vita lanciandosi dal nono piano di un palazzo dove aveva sede il suo ufficio, a Schio, in provincia di Vicenza. Aveva solo 47 anni e lascia un bimbo di sei anni. Nelle stesse ore, sempre a Schio, si celebravano i funerali di un altro imprenditore morto suicida la settimana scorsa a causa della crisi. Ma la lunga lista dei disperati comprende anche l’imprenditore cinese di 40 anni che il 28 febbraio viene trovato morto nel suo poltronificio di via Meucci, nella zona industriale di Coriano a Forlì. Sul posto i sanitari del 118 non possono fare altro che constatarne il decesso. L’ipotesi ritenuta più accreditata è che il gesto sia legato al lavoro in forte crisi economica.
E ancora. 5 marzo: un anziano uccide la moglie e si suicida nella notte a Segrate, nel milanese. L’ uomo, imprenditore in pensione di 76 anni, spara alla donna, di 67 anni e poi si spara con la sua pistola, regolarmente detenuta. Alla base del gesto motivi economici e affettivi.
Sempre 5 marzo: un imprenditore di 47 anni si suicida impiccandosi nella sua azienda a Quinto di Treviso.
6 marzo: tragedia negli uffici della Regione Umbria, dove Andrea Zampi, imprenditore di 43 anni, a Perugia uccide due impiegate e poi si suicida. L’uomo, titolare di un’impresa di formazione nel campo della moda, si era visto negare da parte della Regione la possibilità di accedere a un finanziamento per 100 mila euro.
7 marzo: un imprenditore, Elia Marcante, 65 anni, si impicca nel suo capannone, a Schio, dove produceva da anni macchine per la lavorazione del legno. A ritrovare il corpo esanime è stata la figlia.
Per fare fronte a questa ecatombe – “un autentico bollettino di guerra” come lo ha definito il presidente della Regione veneto Luca Zaia – il presidente di Confindustria Squinzi ha proposto al governo il pagamento immediato di una parte dei debiti che nel corso degli anni lo stato ha contratto con le imprese. L’intento è rimettere in moto il sistema produttivo. Secondo fonti di Bankitalia i debiti scaduti ammontano a 71 miliardi. Un’iniezione di liquidità per coprire una parte di questi debiti, 48 miliardi, genererebbe a lungo termine 10 miliardi di investimenti nei prossimi anni e, soprattutto, la possibilità di avere una boccata di ossigeno subito.
E.S.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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