In Italia, dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, secondo i dati ultimi della Protezione Civile quasi 28 mila persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2, 2749 guariti, 4141 2158 le vittime, 349 piu da ieri. Ma il picco dei contagiati è atteso per la settimana prossima: “Realistico pensare – dice Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri – a 30/40 casi, tutto dipenderà da noi, dalla nostra capacità di evitare il contagio”. E tra le regioni messe male le più sofferenti sono Lombardia ed Emilia Romagna: la prima ha il numero più alto dei contagiati ricoverati nei reparti e nelle terapie intensive. Entrambe, ma anche Veneto Piemonte e pian piano le altre nelle quali i casi di coronavirus stanno crescendo, hanno operatori sanitari stremati dal superlavoro che il molte situazioni, sempre più numerose, debbono affrontare senza adeguati mezzi di protezione.
Perché? Perché arrivano col contagocce, se non vengono fermati alla dogana. Perché quelli che arrivano sono inadeguati, non corrispondenti alla richiesta e di pessima qualità. Ha iniziato il governatore lombardo, Attilio Fontana, a lamentarsi per le mascherine inviategli dalla Protezione Civile: poche, diverse da quelle necessarie e di pessima fattura.
Ma Fontana è un amministratore leghista. Motivo per cui l’avere evidenziato la non corrispondenza della merce ricevuta a quanto richiesto ha avuto modo di tirare il ballo quella parolina oggi un po’ troppo abusata: polemica. L’inizio di una discussione che fonda su dati reali, come ad esempio avere 12 contagiati su 100 in regione appartenenti al personale sanitario e mostrare in tv un pezzo dei 250 mila consegnati dalla Protezione Civile paragonabili secondo l’assessore al Welfare Gallera a “un fazzoletto, un foglio di carta igienica, di Scottex»”, vuol dire fare polemica?
Non è il momento delle polemiche, considerata la gravità della situazione sanitaria su buona parte del territorio nazionale, su questo sono tutti d’accordo. Ma sulle mascherine la polemica esplode. In piena emergenza coronavirus e con la Lombardia vicina al collasso senza le attrezzature necessarie. “Almeno dateci gli strumenti – osserva Gellera – c’è un’emergenza mascherine che va risolta con i giusti presidi. La Lombardia sta facendo uno sforzo pazzesco”.
Sono polemiche “del tutto destituite di fondamento”, per il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. “Mi auguro che da parte di altre istituzioni ci possa essere maggiore coesione – aggiunge -. Permettetemi di dirlo, da parte di chi lavora per migliorare la risposta del nostro Paese”. Il fabbisogno stimato in Italia al momento è di 90 milioni di mascherine. “Noi abbiamo contrattualizzato mascherine per oltre 55 milioni – spiga Borrelli in conferenza stampa – Al 14 marzo, ne abbiamo consegnate 5 milioni, ma ciò che si sta verificando, in tutto il mondo, è una chiusura delle frontiere alle esportazioni – spiega Borrelli – L’India la Romania, la Russia, cioè quei mercati nei quali i nostri fornitori avevano recuperato mascherine, hanno chiuso, così come ha fatto la Francia. E’ un problema non solo italiano, ma internazionale”. Questo accadeva, appunto, due giorni fa.
Ma dopo giorni di segnalazioni e lamentele a dare manforte alla Lombardia arriva oggi l’esposto in Procura per la mancanza di dispositivi di protezione per i medici negli ospedali della ANAAO-Assomed dell’Emilia-Romagna. Il sindacato di categoria ha deciso di rivolgersi sia alla magistratura sia all’ispettorato del lavoro, “affinché le autorità vigilino sulla tutela della salute degli operatori sanitari”. Il sindacato dei medici ospedalieri segnala “l’aumento esponenziale dei ricoveri di pazienti covid-19 positivi” e, al tempo stesso, la “persistente grave carenza di dispositivi di protezione, in particolare di maschere filtranti FFp2 e FFp3 , che attualmente scarseggiano anche per i medici che devono praticare manovre invasive”.
Per questo, “dopo aver lanciato ripetuti allarmi a tutti i livelli”, l’Anaao è passata dalle parole ai fatti. “Come più volte detto- sottolinea il sindacati- i sempre più frequenti contagi tra i medici e tutti gli operatori della sanità rischiano di svuotare gli ospedali di professionisti. Ad oggi abbiamo contato un numero considerevole di medici tra infetti, ricoverati e in rianimazione. Ma i numeri crescono ogni giorno. Chi rimarrà a curare la popolazione? Inoltre un professionista contagiato può essere vettore di infezione e diffondere il covid-19 tra i pazienti”. Dunque, manda a dire l’Anaao, “basta richieste di protezione: che si indaghi”.
Per gli stessi motivi, il sindacato chiede in parallelo alla Regione Emilia-Romagna di garantire “da subito il controllo dei medici e del personale sanitario in prima linea negli ospedali e nel territorio, con l‘esecuzione dei tamponi senza se e senza ma. Abbiamo assistito in questi giorni a troppi indugi ed incertezze che non possono più essere tollerati”.
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