E il processo Ruby bis si tinge di Rosa. Nicole Minetti, ex consigliera regionale della Regione Lombardia e imputata nell’ambito del procedimento giudiziario, insieme a Emilio Fede e Lele Mora, per sfruttamento della prostituzione minorile, si lascia andare a spontanee dichiarazioni d’amore verso il “papi” per antonomasia, Silvio Berlusconi. ““Tengo a precisare che il mio è stato un sentimento d’amore vero per Silvio Berlusconi – dichiara l’igienista dentale – “Quando Silvio Berlusconi venne in visita al San Raffaele iniziò da parte sua un discreto corteggiamento, e non nego di essere rimasta affascinata da lui. Nacque un rapporto di amicizia e poi una relazione sentimentale che si concluse alla fine di quell’anno”. Se non si trattasse di una questione seria, che di fatto influisce pure sul funzionamento del governo e quindi sulla ripresa (tardiva) del paese, ci si potrebbe scherzare su, avanzando qualche dubbio sui gusti della prosperosa Nicole che, a quanto pare, nutre una particolare predilezione per i “culi flaccidi” come lei stessa definì l’ex premier, durante una conversazione telefonica databile a non più di un anno fa. Lo stesso culo che avrebbe più volte “salvato” sempre secondo i rendiconti delle stesse intercettazioni sopramenzionate.
Ma come dicevamo la questione e seria e un processo, già discutibile di suo, se assume i contorni del mero gossip rischia di prendere una deriva inquietante. Ma tant’è, la Minetti continua la sua deposizione ammettendo di aver frequentato la villa di Berlusconi ad Arcore, non specificando tuttavia la natura di tali incontri: “iniziai a frequentare il presidente e le sue abitazioni. Partecipavo a cene, pranzi ed è capitato che mi fermassi sua ospite per più giorni presso le sue residenze”.
Riguardo alla famosa notte in cui fu chiamata per andare in questura a prendere Ruby, la Minetti ha affermato: “Io mi sono prestata per fare del bene, per permettere che la ragazza tornasse a casa sua, come tra l’altro mi aveva detto il funzionario Giorgia Iafrate”.
Infine, come degna conclusione di una testimonianza più simile ad un intervista nel salotto di Barbara D’Urso che ad un interrogatorio in un’aula di tribunale, la Minetti ha candidamente ammesso la sua inadeguatezza in politica e la determinante influenza di Don Verzè per la sua nomina in Consiglio Regionale in Lombardia: “Il presidente Berlusconi mi disse – ha chiarito Minetti – che don Verzé avrebbe avuto piacere ad avere un rappresentante dell’istituto in consiglio regionale, io accettai con gioia e inconsapevolezza, ma a quel ruolo non ero pronta”.
U.C.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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