L’edizione n. 104 della “classicissima di primavera”, già anomala perché programmata di domenica (in luogo del consueto sabato più vicino al 19 marzo), ha riservato vicende incredibili, al limite del paradossale, con tanto di neve, freddo, ghiaccio, sospensione della corsa, pullman al seguito a trasportare i corridori che hanno reso una gara, notoriamente non troppo selettiva, un autentico calvario da pagine di “ciclismo eroico” d’altri tempi (non fosse stato per l’intervento dei pullman). Uno spettacolo, a suo modo, unico, forse irripetibile. Di sicuro, indimenticabile. E una gara così, caratterizzata da colpi di scena senza soluzione di continuità, non poteva che riservare un finale altrettanto sorprendente, quasi un segno del destino. Ha vinto il tedesco Gerald Ciolek che, pur già iridato under23 nel 2006, non era certo ricompreso nel neanche troppo ristretto novero dei favoriti della vigilia. Ma le novità non si esauriscono qui: il 27enne tedesco, infatti, corre per una squadra, la sudafricana MTN-Qhubeka, sconosciuta ai più, mai vincitrice di alcuna gara al di fuori del “continente nero” e presente a Milano solo grazie ad un invito degli organizzatori. E la vittoria è arrivata anch’essa in modo sorprendente, battendo in volata, nel drappello di “sopravvissuti”, proprio i due grandi duellanti della vigilia, Sagan, lo strafavorito, e Cancellara, che avevano trascorso la vigilia senza risparmiarsi velenose punzecchiature reciproche. Ma riavvolgiamo per un momento il nastro delle emozioni al punto in cui, date le condizioni meteo al limite della sopportabilità umana (qualcosa di simile si era visto solo nelle leggendarie tappe del Giro sul Bondone nel 1956 e sul Passo Gavia nel 1988), gli organizzatori prendevano una decisione senza precedenti: gara sospesa ad Ovada, con in fuga sei “eroi” (Montaguti, Rosa, Fortin, l’iberico Lastras, il danese Bak e il russo Belkov), corridori richiamati di gran carriera sui pullman al seguito delle rispettive squadre per permettergli di riscaldarsi e rifocillarsi e, poi, ripartenza, con il rispetto dei tempi nei distacchi, all’altezza di Cogoleto e da lì sino al traguardo di Sanremo. Cancellati il Turchino e Manie. Percorso ridotto dagli originari 298 Km ai definitivi 245 Km. Questa autentica seconda frazione vedeva l’azione decisiva consumarsi sul Poggio dove i fuggitivi, Chavanel e Stannard, venivano raggiunti da Cancellara, Sagan, Ciolek e dal nostro Paolini che, 5° all’arrivo, risulterà essere il migliore degli italiani. Non li riprenderanno più. Il finale è deciso da un lungo sprint che il favorito Sagan ha il torto di impostare partendo troppo forte e, soprattutto, troppo presto. Ciolek resta a ruota e poi, inesorabile, lo rimonta fino a tagliare per primo il traguardo. Come un anno fa, la “locomotiva di Berna”, già vincitore nel 2008, deve accontentarsi del podio, stavolta sul gradino più basso, dopo i secondi posti del 2011 e del 2012. Il fuoriclasse elvetico, però, non è parso affatto deluso e, ad ulteriore conferma dell’eccezionalità dell’impresa compiuta dai corridori in gara, ha così commentato dopo l’arrivo: “Oggi siamo tutti vincitori”. Poche parole, ma condensano il senso di questa giornata da tregenda. Il manifesto più riuscito di questa Milano-Sanremo. Tante le vittime illustri mietute dalla durezza della corsa: l’australiano Goss, vincitore qui nel 2011, il pluridecorato belga Tom Boonen e anche recente trionfatore della Tirreno-Adriatico, il nostro Vincenzo Nibali, apparso già esausto al momento dell’interruzione. Eloquenti le parole del vincitore: “A Ovada, quando c’è stata la sospensione, volevo piangere. Avevo le mani gelate. Poi, per fortuna, è andato tutto per il meglio. Un successo incredibile per me e la squadra. E una giornata incredibile. Siamo venuti qui grazie a un invito e adesso ci godiamo il trofeo del vincitore.” Una soddisfazione ancora più grande per un corridore che, a lungo annunciato come l’erede designato del grande Zabel, si era un po’ perso per strada. Nell’inferno di questa Sanremo l’ha ritrovata.
D.P.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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