Il condono fiscale ha ” motivazioni intuitive e fondate”. La dichiarazione è del procuratore generale della Corte dei conti, Salvatore Nottola. È stata rilasciata oggi, in occasione dell’ inaugurazione dell’ anno giudiziario e sicuramente contribuirà a tenere vivo il dibattito introdotto dalla proposta di Silvio Berlusconi sul condono tombale.
Nottola fa notare che ”il condono ha delle ragioni: deflazionare il contenzioso e realizzare introiti in tempi rapidi”. Ma non interviene su questioni di natura politica.Le sue osservazioni seguono il grido d’allarme lanciato dal presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, sull’aumento della pressione fiscale ‘già fuori linea’ che favorisce ‘ ulteriori effetti recessivi’. Mentre meno pressione fiscale ed una “più equa distribuzione del carico” contribuirebbe a riequilibrare i conti meglio di ulteriori manovre che metterebbero a rischio avvitamento l’ economia, pregiudicata peraltro dalla corruzione che ha in Italia ‘ natura sistemica’.
La Cgia di Mestre sostiene che quest’anno la pressione fiscale toccherà il record storico del 45,1% . Nel 2013 ogni italiano (bambini e ultracentenari compresi) pagherà un carico di imposte, tasse e contributi pari a 11.735 euro, “il 125% in più di quanto abbiamo pagato nel 1980 (5.215 euro pro capite)”. La pressione fiscale, dunque, raggiungerà il record storico del 45,1% del Pil, 13,7 punti percentuali in più rispetto al 1980. Ma “il gettito fiscale e contributivo del 1980 – ricorda Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia – era pari a 63,8 miliardi, mentre alla fine del 2013 finiranno nelle casse dello Stato 714,3 miliardi”. Per il segretario Giuseppe Bortolussi c’è una ulteriore puntualizzazione da fare: ” Oltre a tener conto che per i contribuenti onesti la pressione fiscale reale si attesta ormai sopra il 54%, quando quest’ ultima si calcola al netto dell’ economia sommersa, possiamo tranquillamente affermare che nel 2013 gli italiani lavoreranno per il fisco sino alla meta’ di giugno. Una cosa insopportabile”.
Per questo il nuovo governo deve restare sulla strada del risanamento riequilibrando però entrate e spese.
A.B.