In Italia la crisi economica sta spegnendo i sogni dei ragazzi sul proprio futuro, costringendo i genitori a un drastico taglio delle spese: da quelle per il tempo libero (69% adolescenti e 86% genitori) all’acquisto di vestiti, scarpe e accessori (68%-75%), dall’iscrizione alle attività sportive e ricreative (35%-45%) alla partecipazione alle gite scolastiche (22% speculare) fino a considerare le vacanze come qualcosa che non esiste più (17%). Non solo, quasi un genitore su tre ritiene di non poter pagare l’università ai figli. Sono alcuni dati che emergono dalla ricerca ‘Le paure per il futuro dei ragazzi e genitori italiani’ realizzata da Ipsos per Save the Children attraverso la quale l’organizzazione ha interpellato direttamente i ragazzi e i loro genitori per capire il loro punto di vista sulla situazione attuale, sull’impatto della crisi economica, su quello che si aspettano dal domani. La ricerca è stata presentata oggi in occasione del lancio della campagna di Save the Children ‘Allarme infanzia’. Si parla di un vero e proprio “furto di futuro” per giovani costretti a rimanere affacciati su un panorama che non è bello e neppure ben visibile perché coperto da nebbia che non accenna a diradarsi. In altalena fra la paura per il futuro – che riserva molte più difficoltà rispetto a quelle incontrate dai genitori (per il 17% degli adolescenti), al punto da temere di non farcela (6%) – e un certo ottimismo proprio dell’età, che fa pensare ad altri (37%) che la riuscita nella vita dipenda da loro stessi. In mezzo i ‘consapevoli’ animati da giovanile energia, cioè coloro che temono di incontrare varie difficoltà ma che “troveranno il modo di cavarsela” (13%).
Tra i genitori invece è più diffuso il pessimismo: ben il 31% ha paura che i propri figli incontreranno molte difficoltà in più rispetto alle proprie (il 4% ha addirittura molta paura che non ce la faranno) e solo il 16% degli adulti pensa che i figli riusciranno a realizzare i propri sogni e ad avere una vita migliore della loro. Un futuro anche lontano e altrove geograficamente: il lavoro dei sogni – lo dichiara 1 ragazzo su 4 – potrebbe richiedere il trasferimento all’estero, visto come opportunità (“spero di riuscire a trasferirmi all’estero” dice il 12%) o come ripiego (“temo che dovrò andare all’estero” dichiara il 12%). Ma il lavoro dei sogni potrebbe anche restare una chimera: per il 27% delle ragazze e ragazzi italiani (28% dei genitori) “con la situazione che c’è dovrò considerarmi fortunato se avrò un lavoro”. Due terzi dei genitori (66%) dichiarano di avere in qualche misura dovuto fare i conti con la crisi. La percentuale sale tra i ragazzi, probabilmente perché la congiuntura economica negativa si traduce per loro in molte rinunce, piccole e grandi, che ne amplificano l’impatto. Otto adolescenti su 10 hanno infatti dichiarano di aver dovuto tagliare qualcosa: per il 69% si tratta delle spese per il tempo libero – cinema, discoteca, pizza con gli amici (secondo i genitori ben l’86%) – per il 68% è l’acquisto di vestiti, scarpe e accessori (75% per i genitori). Ma la crisi limita anche importanti opportunità educative e di crescita: per il 35% l’iscrizione ad attività sportive e ricreative (45% dei genitori), seguito dalla partecipazione alle gite scolastiche (22%, dato speculare anche per i genitori) e dall’acquisto di libri il 12% (23% per i genitori).
Povertà economica, spesso significa anche povertà d’istruzione: uno smacco per tanti genitori, eco di un passato che sembrava alle spalle, è l’ammissione – per il 31% di madri e padri – di non poter pagare l’università ai propri figli, i quali dovranno trovarsi un lavoro per contribuire alle spese (secondo il 22% dei genitori intervistati), oppure dovranno ricorrere ad un prestito (9%). Rispetto alla chiusura degli studi con il ciclo secondario superiore i genitori sembrano più ottimisti dei figli (solo il 18%, contro il 28% degli studenti), ma esistono percentuali residuali sia nei genitori che nei ragazzi che pensano che il ciclo di studi si concluderà con la scuola dell’obbligo. Ma oltre all’istruzione, sembra delinearsi un impatto della crisi che colpisce anche la cultura e l’ambiente sociale. Secondo i genitori italiani i propri figli vanno al cinema meno frequentemente di quanto desidererebbero, a causa del costo del biglietto (53%, 68% per i ragazzi), o perché sempre più sale chiudono (7% genitori e 6 % dei ragazzi).
Per porre un freno al caro libri (percepito dal 22% degli adulti e dal 24% dei ragazzi), la biblioteca si propone come soluzione prevalente per i ‘divoratori’ di quelli extrascolastici (29% dei genitori e dal 28% dei ragazzi). Allarmante, ma probabilmente segno di una crescente e dilagante ‘povertà di cultura’, il fatto che per un adolescente su 5, la lettura non rappresenti un interesse. Per il 17% dei ragazzi (21% dei genitori), le vacanze non ci sono già più mentre il 23% (15% dei genitori) le ha fatte ma più brevi del solito. Fra i genitori il 7% ci ha rinunciato per consentirle ai figli mentre 1 su 3 dice di riuscire a realizzarle grazie ad offerte low cost o all’appoggio di parenti e amici. Tra le famiglie in difficoltà in italia, 6 su 10 hanno deciso di non chiedere aiuti esterni (quindi presumibilmente di prelevare dai risparmi oppure di smettere di risparmiare). Tra le altre, la famiglia allargata resta la prima risorsa per chiedere e ottenere un sostegno (29% dei genitori). I ragazzi in più della metà dei casi ne parlano tra loro (57%) e i segnali tra i coetanei – meno danaro a disposizione (49%), limitazioni di uscita (25%), fino a lavoretti occasionali (9%) + 7%) – vengono colti con grande puntualità. Aiuti economici diretti come la ‘carta acquisti’ ai nuclei familiari in difficoltà è la prima misura-anticrisi che i politici dovrebbero prevedere per il 41% dei genitori, seguita dalla gratuità della mensa scolastica (18%) e dalla ‘garanzia di accesso agli asili nido per le famiglie con bambini piccoli’(17%). Inoltre per il 42% dei genitori e il 64% dei ragazzi ‘servizi migliori per i giovani’ garantirebbero un ambiente migliore in cui vivere e crescere.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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