Il campanello d’allarme suonato contro la Scozia a Murrayfield è diventato una sirena sabato sera dopo il rovescio per 9-26 nell’attesa sfida contro il Galles che avrebbe dovuto segnare la via in questo 6 Nazioni azzurro. O ricominciare a sognare scenari da grande squadra come dopo il fischio finale con i francesi oppure rientrare nei ranghi sapendo già di concludere l’avventura accontentandosi di quella che sarà quasi certamente l’unica vittoria nel torneo, buona a evitare il “whitewash”, ma non di più. È evidente che il match dell’Olimpico ci abbia indicato quest’ultima direzione, anche perché andare a battere l’Inghilterra strafavorita e a Twickenham, per giunta, e poi i sempre ostici irlandesi nell’ultima all’Olimpico appare un’ipotesi non percorribile. Contro i gallesi ha pesato e molto l’assenza di capitan Parisse, out sino a fine torneo a causa di una squalifica patita nel campionato francese, con il suo n. 8 affidato, chissà perché, a Vosawai, autore di una prestazione più che mediocre. Come, va detto, male anche Burton in mediana e, spiace dirlo per la naturale simpatia che emana, il capitano di giornata, Martin Castrogiovanni. Una delle sue prestazioni peggiori in azzurro, condita anche da un giallo decisivo nel secondo tempo con il Galles che si stava staccando nel punteggio e l’Italia protesa nello sforzo di ricucire lo strappo. Male, in generale, e questo lascia perplessi, proprio tutto il pacchetto di mischia azzurro, da sempre uno dei nostri punti di forza, ma messo sotto dai gallesi, bravi anche a giocare sempre sul filo del fuorigioco, costringendo i nostri a numerosi falli pagati a carissimo prezzo in termini di piazzati che, se hai un calciatore preciso e potentissimo come Leigh Halfpenny, si traducono in una miniera di punti. Si è tornati alle antiche abitudini, poi, anche quanto a incapacità di tenere alta la concentrazione per tutti gli 80 minuti. Naturale conseguenza, le due mete dei dragoni giunte entrambe nella ripresa e la prima, quella di Davies, addirittura su di uno svarione comico dei nostri Gori e Burton che si ostacolano a vicenda, consentendo al gallese di raccogliere l’innocuo calcetto di Phillips e di entrare in area di meta indisturbato e quasi incredulo. La seconda meta, quella di Cuthbert, è servita poi a mettere il definitivo sigillo ad una vicenda che si era ormai resa troppo complicata per le nostre possibilità. Partita, nel complesso, brutta e, dato che si parla di rugby, freddo, pioggia battente e vento sbattente non possono neanche esser considerate attenuanti valide. E’ stata una resa e basta. Di fronte ad un Galles molto cinico sì, ma non trascendentale. La delusione è chiara anche nelle parole di Castrogiovanni: “ Non voglio far polemiche sull’arbitraggio. Abbiamo giocato male, soprattutto in mischia. E l’avevo detto: a questi livelli nessun errore è concesso perché vieni subito punito.” E’ quello che è successo e comincia a venire il sospetto che la vittoria sulla Francia abbia alimentato illusioni eccessive, visto anche lo zero nella casella punti dei coqs dopo tre giornate. In realtà, i francesi hanno sì perso a Twickenham, ma giocandosela alla grande per un’ora con gli inglesi e quella azzurra contro di loro è stata oggettivamente una grande prestazione. Manca la continuità nel fornirne di altre e la capacità di farlo quando il pronostico non ti è così avverso o addirittura favorevole ( come in Scozia, squadra che, comunque, anche alla luce del successo domenicale sull’Irlanda, è stata molto sottovalutata) e, quindi, si ha più da perdere.
D.P.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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