Dominique Strauss-Kahn è stato prosciolto dall’accusa di sfruttamento aggravato della prostituzione. Secondo i giudici di Lille, l’ex direttore generale del Fondo monetario internazionale non poteva sapere che le donne presenti ai festini che frequentava fossero professioniste del sesso.
Per l’economista francese arriva dunque una nuova sentenza favorevole che farà discutere il mondo.
Già nel 2011, Strauss-Kahn era stato accusato di stupro da Nafissatou Diallo, una cameriera dell’hotel Sofitel di New York. Il procedimento penale era finito ancor prima di iniziare con un verdetto di non luogo a procedere, mentre quello civile finì con un risarcimento la cui entità non è mai stata resa pubblica, ma lo scandalo – il suo arresto all’aeroporto JFK andò in onda in tutti i telegiornali – fermò la carriera politica dell’economista, che voleva candidarsi alla presidenza della Repubblica francese, e probabilmente l’avrebbe ottenuta al posto del suo sostituto François Hollande.
Dopo lo scandalo di New York, Strauss-Kahn fu coinvolto in altre due inchieste per crimini di natura sessuale: nel luglio 2011 la giornalista e scrittrice Tristane Banon lo denunciò per un tentativo di stupro, ma anche in quel caso tutto finì con un non luogo a procedere.
In questa occasione, invece, a Strauss-Kahn si contestava di aver partecipato a un sistema internazionale di sfruttamento della prostituzione che aveva la sua base principale nell’hotel Carlton di Lille, nell’estremo nord della Francia.
In teoria l’economista rischiava fino a dieci anni di carcere e una multa da un milione e mezzo di euro, ma la sua posizione si è alleggerita molto nel corso del dibattimento, lo scorso febbraio. Due legali della parte civile hanno ritirato le accuse nei suoi confronti per assenza di prove, ferma restando la condanna morale. Lo stesso pubblico ministero ha chiesto al giudice di proscioglierlo.
Che Strauss-Kahn fosse un “libertino”, che avesse partecipato a orge e festini, non è un mistero: lui stesso lo ha ammesso tranquillamente. Ma nella sentenza – lunga ben 147 pagine – i giudici hanno spiegato di non aver trovato prove del fatto che fosse un “istigatore”. Nulla prova che abbia pagato per parteciparvi, e nulla prova che sapesse di avere a che fare con prostitute. Mancando queste prove, tutte le accuse contro di lui non potevano far altro che cadere.
Degli altri cinque imputati – un commissario di polizia, un avvocato, due gestori di alberghi di lusso e quello di un bordello in Belgio – uno solo è stato condannato: René Koijfer, l’ex direttore del personale del Carlton, a un anno di carcere con la condizionale. È stato riconosciuto colpevole di sfruttamento, ma senza aggravanti, per aver agito da intermediario fra le prostitute e i clienti.
F.M.R.
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