Lascia la moglie, Susie Behm, e due figli: Sebastian, di due anni, e Oliver, di soli sette mesi. Dan Wheldon, 33enne pilota britannico di grande fama, aveva legato le sue fortune alle due vittorie nella mitica 500 Miglia di Indianapolis, nel 2005 e in quella di quest’anno.
Per Wheldon anche un titolo IndyCar , sempre nel 2005. Una vera e propria icona delle corse sui circuiti a stelle e strisce. La sua gara, come la sua vita, finiscono al 13° giro della 300 Miglia di Las Vegas, su un circuito, il Motor Speedway, criticato da tutti i protagonisti della gara, prima e dopo la tragedia. Durissimi i commenti dei colleghi: “Questo tipo di auto non può correre su un circuito così”, sostiene Mark Blundell, ed è dello stesso pensiero il neocampione, Dario Franchitti, forse il più scosso di tutti essendo anche grande amico di Wheldon: “L’avevo detto prima delle prove, avendo già guidato qui con le stock car: questo circuito non è adatto all’IndyCar”. E anche Jody Scheckter, indimenticato campione del mondo di F1 con la Ferrari nel 1979, non fa che ribadire la sua contrarietà a che il figlio, Tomas, prosegua a correre in Indy. L’incidente è stata una carambola drammatica che ha coinvolto ben 15 vetture. La Dallara di Wheldon si è impennata sulla monoposto di Paul Tracy ed è schizzata oltre il muro, contro le reti di protezione finendo in fiamme. Inutili i tempestivi soccorsi e il trasporto in elicottero all’ospedale più vicino. L’ultimo incidente fatale in IndyCar si era verificato nel 2006, a Miami, con Paul Dana tragico protagonista. La nota beffarda è che Wheldon era lì a Las Vegas proprio per testare l’incremento della sicurezza della Dallara, peraltro una vettura nota per avere uno degli abitacoli più sicuri in assoluto. Ma ancora più assurdo è che il pilota britannico, che quest’anno aveva corso pochissimo, non avrebbe dovuto esserci a Las Vegas. A fargli cambiare idea, una bizzarra scommessa propostagli da Randy Bernard: 5 milioni di dollari, da suddividere con un suo tifoso, se Wheldon fosse riuscito a vincere la gara, partendo dall’ultima posizione. Al momento della tragica carambola, Wheldon, in piena rimonta, aveva guadagnato ben 10 posizioni. Una rincorsa interrotta che si porta via una vita. Unanime anche il cordoglio dei colleghi della F1, in particolare dei connazionali Hamilton e Button.
Daniele Puppo
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