In Italia le norme anti-inquinamento funzionano bene, tanto da averci regalato negli ultimi 40 anni un’aria migliore, più pulita. Ad attestarlo uno studio dell’Università Statale di Milano e del Consiglio Nazionale delle ricerche (Cnr) che fa emergere come la frequenza dei giorni con visibilità sopra i 10 o i 20 chilometri sia aumentata negli ultimi quattro decenni in tutto il territorio, in particolare nelle aree più popolate e inquinate.
Un ottimo risultato, che ci fa ben sperare per il futuro dei nostri figli e nipoti, raggiunto “grazie soprattutto alle norme emanate per ridurre l’inquinamento'”, evidenzia il gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze e politiche ambientali dell’Università degli Studi di Milano e dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), che ha condotto lo studio pubblicato di recente su ‘Atmospheric Environment’.
A Milano meno smog e più visibilità
Per spiegare meglio i benefici di una politica ambientale favorevole alla nostra salute, facciamo l’esempio di Milano dove, come spiega Maurizio Maugeri, docente di fisica dell’atmosfera alla Statale del capoluogo regionale, “i giorni con visibilità superiore ai 10 chilometri sono cresciuti fino all’80%, mentre negli anni ’80 erano meno del 50%”.
Visibilità orizzontale
Lo studio ha analizzato i dati raccolti tra il 1951 e il 2017 relativi a una variabile meteorologica che non era mai stata esaminata in modo esaustivo in Italia, cioè la visibilità orizzontale in atmosfera, molto condizionata dall’inquinamento atmosferico e cruciale in diversi ambiti, come il traffico aereo. I risultati “confermano una trasformazione che è sotto gli occhi di tutti, ed è già evidente a chi presta un minimo di attenzione alla natura – commenta ancora Maugeri – Faccio l’esempio della mia città, Saronno, che si trova a 30 chilometri dalle montagne: negli anni ’80 vedere le loro cime era considerato un evento, mentre oggi capita sempre più spesso”.
Emissioni inquinanti, Pianura Padana pericolosa per la salute
In Italia, così come negli altri Paesi più sviluppati, le emissioni di sostanze inquinanti sono fortemente cambiate negli ultimi decenni. Ma alla loro rapida crescita negli anni ’60 e ’70, dovuta al tumultuoso sviluppo economico di questo periodo, ha fatto da contraltare un’altrettanta rapida decrescita grazie ad una serie di norme emanate per ridurre l’inquinamento atmosferico nelle nostre città. Ciò non toglie che la Pianura Padana risulti ancora la regione più inquinata da smog e pericolosa per la salute d’Europa, come certificato recentemente dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale).
Anno 2015, record di morti premature
Inoltre, per tutti gli inquinanti analizzati la situazione rimane critica, dato che “lo studio mostra chiaramente come in diverse parti d’Italia si superino ancora i valori limite per il materiale particolato, il biossido di azoto, l’ozono troposferico”. Tanto che l’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) testimonia per il nostro Paese un triste record in termini di morti premature: in un solo anno (2015) in Italia le concentrazioni di PM2,5 sono state responsabili di 60.600 morti premature, quelle di NO2 di altre 20.500 e quelle di O3 3.200 ancora, per un totale di 84.300 morti.
Per decenni mascherato il reale effetto dei gas serra
Per quanto riguarda il legame tra i livelli del particolato atmosferico e la trasparenza dell’involucro gassoso che circonda la Terra, dobbiamo tenere presente che “le emissioni degli inquinanti che concorrono al particolato atmosferico, oltre a danneggiare la nostra salute, vanno ad interagire con la radiazione solare riflettendola verso lo spazio, causando un raffreddamento della superficie terrestre che per decenni ha mascherato il reale effetto dei gas serra”. Lo spiega la ricercatrice del Cnr-Isac Veronica Manara. Tra gli anni ’50 e la fine degli anni ’70, infatti, la temperatura nel nostro Paese è rimasta pressoché costante, mentre dagli anni ’80, con le politiche di contenimento delle emissioni, la progressiva riduzione degli aerosol ha determinato un aumento della radiazione solare che giunge a terra, portando a un aumento della temperatura pari a quasi mezzo grado ogni decennio.
Fermare il progresso non è possibile, oltre ad essere un delitto. Per cui, dobbiamo insistere sul “percorso di risanamento”, illustrato dai ricercatori milanesi, ottenuto grazie alla costanza nella lotta all’inquinamento atmosferico, consapevoli che la salute del Pianeta, e di conseguenza anche la nostra, dipende da diversi fattori: alcuni non modificabili, altri invece sui quali influisce anche lo stile di vita che scegliamo.
A.M.
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