Un’estate in totale libertà con qualcosa di diverso, di veramente utile e costruttivo per sé e per gli altri? un’esperienza di lavoro sui campi confiscati alla mafia.
Migliaia di volontarie e volontari provenienti da diverse regioni d’Italia e del mondo lo hanno già sperimentato negli anni precedenti, aderendo alle passate edizioni di “E!state liberi”. Segno questo, di una volontà diffusa di essere “protagonisti” e di voler tradurre il loro spirito di servizio in una azione concreta di responsabilità e di condivisione. Lo hanno fatto scegliendo un tipo di esperienza di lavoro, di volontariato e di formazione civile che prevede la partecipazione ai campi organizzati da giugno a settembre sui terreni confiscati alle mafie e gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra. Un progetto che coinvolge dodici le regioni impegnate per trenta i campi sui beni confiscati. E non c’è solo il sud dell’Italia impegnato in questo progetto ma anche Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana.
Per trascorrere le ferie nel trapanese è già arrivato in questi giorni un primo gruppo formato da 42 ragazzi che fanno parte delle parrocchie del vicariato di Mogliano Veneto: saranno impegnati in lavori di manutenzione nei terreni confiscati a Salemi e Marinella di Selinunte, dove sistemeranno i muretti a secco, confezioneranno l’ origano della legalita’ (prodotto nel fondo di contrada Pileri sempre a Selinunte) e provvederanno alla cimatura nei vigneti.
Da giovedi’ 11 a domenica 14, invece, undici scout di Misterbianco (Catania) saranno ospitati nelle strutture della Fondazione.
L’esperienza dei campi di lavoro ha tre momenti di attività diversificate: il lavoro agricolo o attività di risistemazione del bene, la formazione con l’approfondimento e lo studio del fenomeno mafioso attraverso anche il confronto con i familiari delle vittime di mafia, e l’incontro con il territorio per uno scambio interculturale. L’obiettivo principale dei campi di volontariato sui beni confiscati alle mafie è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e giustizia sociale che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. E’ un modo valido e concreto per dimostrare che è possibile ricostruire una realtà sociale ed economica fondata sulla pratica della cittadinanza attiva e della solidarietà.
A.B.