Tempo di crisi: nessuno può permettersi di sprecare niente. Tanto meno il cibo. Eppure di scarti alimentari sono pieni i cassonetti. Un doppio danno sia in termini economici che in termini ecologici: non è un mistero, infatti, il problema dello smaltimento dei rifiuti che diventando sempre più un’impresa insostenibile. Da questi presupposti e nell’ambito del programma ‘ Smart cities and social innovation’ promosso dal ministero dell’Università e della Ricerca nasce “Sort”: un progetto unico al mondo che verrà sperimentato a Imola e che ridurrà lo spreco dei prodotti alimentari, recuperando quelli altrimenti destinati alla discarica e usandoli per sfamare gli animali e favorendo al tempo stesso il riciclo dei contenitori.
L’ idea, redatta dalla Gts consulting di Messina e che prevede la partecipazione di sei imprese (la Sacmi e la Plastic sort di Imola, l’ Alfacod di San Lazzaro e la Curti di Castel Bolognese in provincia di Bologna, la Future space di Roma e la Selex Elsag di Genova) è stata premiata con un contributo di 18,5 milioni di euro. L’obiettivo è creare nuove tecnologie e modelli operativi per lo “spacchettamento” dei cibi, in modo da rendere la grande distribuzione più efficiente e, allo stesso tempo, poter rintracciare i prodotti sprecati.
Come sottolinea in conferenza stampa il direttore generale di Sacmi, Pietro Cassani, in questa fase di “impoverimento e scarsità di risorse come quello attuale, lo spreco alimentare non può continuare”. Eppure, ogni anno, nel mondo occidentale si buttano 180 kg di cibo pro capite.
Il presidente della Sacmi Domenico Olivieri spiega che l’iniziativa “si inserisce in una filosofia che è nostra da sempre, cioè cercare di cogliere i bisogni della gente e dare risposte, con un faro illuminante che è quello di creare opportunità di lavoro visto che oggi ce n’ è un bisogno terribile sia a livello nazionale che sul nostro territorio”.
Poi interviene Giuseppe Galatà della Gts che ribadisce l’assoluta novità del settore in quanto, ad oggi, “una macchina per lo spacchettamento non esiste”: quindi, potenzialmente, si aprirebbe “un mercato mondiale, perchè attualmente non esiste niente del genere”.
Quindi, da un lato la Sacmi si occuperà della macchina che tornerà a dividere in cibo dagli imballaggi, dall’altro la Curti costruirà i “cassonetti intelligenti”: oltre ad essere refrigerati ed autonomi dal punto di vista energetico, saranno in grado di riconoscere il cibo e segnalare il momento in cui è necessario prelevarlo. Infine la Plastic sort contribuirà con la sua macchina specializzata nella separazione delle diverse materie plastiche: in questo modo verranno valorizzati “sia il contenuto che i contenitori”.
L’amministratore delegato Alessandro Curti, commentando l’unione di tanti soggetti diversi, ha dichiarato “finalmente si riesce a trovare una soluzione per un problema comune a tutti”.
Nel progetto sono inoltre coinvolte le Università di Ferrara, Parma e Bologna. Cesare Stefanelli, professore di ingegneria a Ferrara, sottolinea il fatto che gli atenei coinvolti siano tutti emiliano-romagnoli: “È la dimostrazione del fatto che le Università della nostra regione, già da alcuni anni per fortuna hanno capito quanto è fondamentale il rapporto con le aziende del territorio”.
Il sindaco di Imola Daniele Manca si mostra entusiasta: “è un progetto di grande innovazione” che, tra l’altro, vorrebbe frenare quel “consumismo fine a se stesso che non è più sostenibile” in quanto genera “costi in più per le famiglie ed enormi disuguaglianze”.
Il prototipo dell’impianto dovrebbe essere completato entro il 2015.
C.D.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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