Nonostante la tecnologia e la tecnica facciano passi da gigante, un modo efficace per prevenire i terremoti ancora non è stato inventato. Così, come è successo spesso nella storia dell’uomo, ci si avvale dell’aiuto di madre natura. Gli egizi oltre 3mila anni fa, consideravano i gatti semi-divinità. Questo permetteva loro di scongiurare carestie, poichè il gatto mangiava il topo e altre bestiole che altrimenti avrebbero fatto incetta nei depositi di grano, dando il via a potenziali epidemie. Nel medioevo invece, il gatto era considerato una bestia demoniaca. La popolazione felina venne dimezzata, tra le varie conseguenze, ci fu l’esplosione endemica della peste bubbonica che, colpendo 1/3 della popolazione mondiale, ci ha quasi fatto estinguere prematuramente.
Tornando ai giorni nostri, l’agenzia sismica della città di Nanchang, in Cina, ha deciso di contare anche su una muta di cani per prevedere l’arrivo dei terremoti. La zona, lo scorso 20 aprile, è stata colpita da un sisma che ha causato circa 200 morti e più di 13.000 feriti. Cinque anni fa un potente terremoto nella stessa provincia aveva provocato una vera ecatombe: 90.000 fra morti e dispersi.
L’agenzia è ricorsa ai cani su espressa richiesta delle autorità provinciali. Come seconda opzione anche polli o anatre possono essere utili per lanciare in tempo utile l’allarme terremoto. I nostri amici a 4 zampe in particolare, grazie anche a una forte empatia con gli uomini, iniziano a comportarsi in maniera anomala quando sta per verificarsi una catastrofe naturale. Talvolta possono percepire l’arrivo di una terremoto anche con dieci giorni in anticipo; oltretutto, a differenza delle simpatiche anatre e pollame vario, possono essere impiegati con grandi risultati nella la ricerca dei dispersi.
L’unico inconveniente lo registrano i vicini, che dichiarano di non poter chiudere occhio per l’abbaiare dei cani. Ma la natura, si sa, ha un suo prezzo: in questo caso, dei tappi per le orecchie!
E.S.