L’Italia continua a versare in condizioni di salute precarie. Anzi pessime. A confermarlo ieri ci hanno pensato ieri i tecnici di Bankitalia che in due differenti studi hanno fotografato le difficoltà delle famiglie colpite dalla crisi: due su tre ritengono insufficiente il proprio reddito. E, a dimostrazione di ciò, Confcommercio fa sapere oggi della contrazione dei consumi registrata nel mese di gennaio del 2,4%: rispetto a dicembre 2011 la flessione è dello 0,9%.
L’indicatore dei consumi, paragonando la situazione a quella del 2004, segnala che la recessione italiana non solo non è finita, ma continuerà almeno per tutto il 2013.
Secondo Confindustria, dopo un bimestre chiuso in positivo, a febbraio si è registrata una riduzione dello 0,2% della produzione industriale in termini congiunturali. L’andamento degli ordinativi, infatti, è calato dello 0,2% rispetto a gennaio: con queste premesse è difficile ipotizzare un incremento della produzione, almeno fino a primavera inoltrata.
E naturalmente la crisi economica condiziona negativamente il mercato del lavoro: l’11,7% delle persone è disoccupata. Solo a gennaio 2013 si sono persi, rispetto al mese precedente, 97mila posti di lavoro. E, a complicare ulteriormente la situazione, si aggiungono i dati relativi alle Cassa Integrazione Guadagni.
A gennaio sono state autorizzate il 61,6% di ore in più rispetto allo stesso mese del 2012. Questo andamento si è registrato anche a causa dell’aumento di ore richieste per gli interventi straordinari (+97% pari a circa 21 milioni). “In questo contesto il clima di fiducia delle imprese e delle famiglie”, dichiara Confcommercio, “continua a rimanere attestato, anche a febbraio, sui livelli minimi raggiunti nei mesi precedenti. Tale andamento riflette la percezione da parte dei diversi soggetti economici della difficoltà di intravedere, nel breve periodo, non solo l’ inizio di una fase di ripresa, ma anche soltanto la stabilizzazione dell’ economia”.
La dinamica tendenziale dell’ ICC di gennaio conferma una diminuzione del 3,7% della domanda relativa ai servizi e del 2,0% della spesa per i beni.
Secondo il presidente di Confcommercio, Carlo Rienzi: “Il crollo dei consumi rappresenta una sciagura per l’economia nazionale perchè le ripercussioni negative si faranno sentire sulle piccole e medie imprese, già in grave difficoltà nel 2012, e sull’occupazione. Il dato più preoccupante è quello relativo alla riduzione dei consumi nel settore alimentare, con acquisti in calo del 3,9%, a dimostrazione che gli italiani non solo tagliano i consumi non indispensabili, ma riducono drasticamente anche quelli primari, ossia mangiano sempre meno”.
E il Codacons lancia l’allarme: il crollo dei consumi di gennaio, unito al calo delle vendite record del 2012 (-4%), alle previsioni nere per il 2013 e ai dati estremamente negativi sull’occupazione, in particolar modo quella giovanile, diffusi pochi giorni fa, attestano come l’Italia si stia avvicinando a grandi passi alla situazione critica della Grecia. Il prossimo Governo dovrà inserire come priorità assoluta del proprio programma la tutela del potere d’acquisto delle famiglie e la ripresa dei consumi.
C.D.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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