Crisi: la Slovenia rischia di finire come Cipro

Oggi le borse europee viaggiano positive, sulla scia della dolorosa intesa per il salvataggio di Cipro. Ma un mostro tormenta i sogni già disturbati dell’ eurozona. Questa volta il problema si chiama Slovenia.

Oggi le borse europee viaggiano positive, sulla scia della dolorosa intesa per il salvataggio di Cipro. Ma un mostro tormenta i sogni già disturbati dell’ eurozona. Questa volta il problema si chiama Slovenia.

La piccola Repubblica dell’Europa centrale potrebbe essere il prossimo paese a dover chiedere aiuti internazionali per salvare il proprio sistema bancario. La colpa di tutto sembrerebbe ricadere sulle banche nazionali, quasi tutte di proprietà dello Stato, che sono accusate di aver elargito, nel corso del decennio scorso, enormi somme di crediti, ora ritenuti ”tossici”, che ammonterebbero circa a 7 miliardi di euro, pari a un quinto del Pil nazionale del paese.

In un rapporto della Commissione nazionale per la  lotta alla corruzione si sostiene che “Le direzioni delle banche avrebbero in molti casi preso decisioni  in base a rapporti politici e personali, in un’atmosfera di corruzione politica strutturale”. Alla luce di questo quadro dai contorni ancora sconosciuti, molto probabilmente la Slovenia sarà costretta a chiedere aiuti internazionali se non verrà attuato al più presto un piano per il risanamento delle banche. Per evitare una fine dolorosa e già vista, il nuovo governo sloveno di centrosinistra deve impegnarsi ad istituire, al più presto, una “bad bank” che si occupi dei debiti inesigibili e, in seguito, provvedere alla ricapitalizzazione delle banche per poi privatizzarle.

Intanto a Cipro le banche sono chiuse dallo scorso 18 marzo per evitare una corsa agli sportelli, ed è stata limitata la quantità di denaro prelevabile dai bancomat. La Banca di Cipro ha portato a 120 euro al giorno la cifra massima che si può ritirare dagli sportelli. Assegni, carte di credito e bancomat ormai non vengono più accettati dai negozi per i pagamenti. Solo chi ha denaro liquido riesce ad acquistare cibi e prodotti di prima necessità. Ma il contante tra i cittadini inizia a scarseggiare.

In questa situazione, che sembra aggravarsi giorno dopo giorno, il ministro delle Finanze cipriota, Michael Sarris, ha dichiarato: ”Abbiamo evitato una disastrosa uscita dall’euro e la bancarotta, andiamo incontro a tempi duri per Cipro, ma è il miglior accordo che potessimo fare”.

Alessandra Angeletti

 

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