La grande sfida era tra Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti e Non essere cattivo di Claudio Caligari, ciascuno con 16 candidature. Poi, ieri sera, alla resa dei conti di questa 60° edizione dei David di Donatello tra i due film si è intromesso Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, mentre inaspettatamente la vera vittoria è andata a Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese.
Con la cerimonia di consegna dei David di Donatello si tirano le somme di mesi di storie, personaggi e suggestioni raccontati sul grande schermo. Rivedere tutti insieme i frammenti dei migliori film italiani prodotti nell’ultimo anno, che siano piaciuti o meno, provoca comunque una certa emozione. L’impressione è che, nonostante tutto, il cinema italiano riesca ad essere sempre vitale e dinamico.
Ne è una prova Lo chiamavano Jeeg Robot, film nuovo e geniale, letteralmente costruito con poco, ma che in pochi mesi, dalla sua prima apparizione alla Festa del Cinema di Roma, ha sorpreso tutti guadagnandosi ben 7 statuette dorate. Nel film per la sua spontanea genuinità Ilenia Pastorelli riesce a battere persino Valeria Golino e vince il premio alla miglior attrice protagonista. Claudio Santamaria, che già parla del nuovo personaggio che interpreterà mostrando il proprio cranio rasato solo per metà, riceve il premio al miglior attore protagonista. Non sono da meno anche gli attori non protagonisti del film: Antonia Truppo e Luca Marinelli sono tra i primi a ricevere le statuette durante la cerimonia. Ma fra tutti davvero colpiscono i premi al miglior produttore e al miglior regista esordiente entrambi andati al giovane direttore di Lo chiamavano Jeeg Robot, Gabriele Mainetti, vera anima dell’originalità di questo film.
La storia di Non essere cattivo invece alla fine si fa sempre più triste. Un film duro ma realistico e intenso, era nato da un’idea di Claudio Caligari, fortemente sostenuto dall’amico Valerio Mastandrea. L’attore romano non solo aveva creduto nel film, ma, suo malgrado, ha collaborato anche nelle ultime fasi di realizzazione, poiché Caligari, già malato da un po’, è purtroppo venuto a mancare prima che il lavoro fosse terminato del tutto. Nonostante le difficoltà ma con il consenso ricevuto all’ultima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, Non essere cattivo sembrava annunciare grandi successi. E invece, dopo l’esclusione dagli Oscar, la quasi completa assenza di statuette di ieri sera da parte dell’Accademia del Cinema Italiano per un film di pregio come questo dispiace e brucia parecchio.
Al termine della cerimonia dei David sale sul palco anche Valerio Mastandrea e pare commosso, ma non è chiaro se lo sia di più per la vittoria del film corale di Paolo Genovese, Perfetti sconosciuti, nel quale ha egregiamente recitato al fianco di Anna Foglietta o per la delusione ricevuta dalla mancanza di un riconoscimento per l’ultimo lavoro dell’amico Caligari.
Se però secondo l’Accademia del Cinema Italiano il migliore dell’anno è Perfetti sconosciuti, non è il film di Genovese a portare a casa il maggior numero di riconoscimenti. Lo chiamavano Jeeg Robot ha indubbiamente il miglior cast artistico ma Il racconto dei racconti, del visionario e pittorico Matteo Garrone, si è aggiudicato anche lui sette statuette di cui sei sono pregevoli premi al cast tecnico: miglior acconciatura, trucco, costumi, scenografia, fotografia ed effetti digitali. Agli Oscar italiani un film girato in inglese di più non poteva ricevere, se non il premio alla miglior regia con cui Garrone si prende una bella rivincita rispetto all’ultimo festival di Cannes.
Per il resto gli altri due grandi titoli tra tutti i candidati, Youth di Paolo Sorrentino e La corrispondenza di Giuseppe Tornatore, si accontentano il primo di due premi per le musiche, il secondo del David Giovani.
Laureata in Lettere, amante dell’arte, dello spettacolo e delle scienze umane, autrice di testi di critica cinematografica e televisiva. Ha insegnato nella scuola pubblica e privata; da anni scrive ed esplora con passione le sconfinate possibilità della comunicazione nel web.
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