Domani a Roma, la manifestazione in difesa della Costituzione promossa da Libertà e Giustizia. A partire dalle 15 in piazza del Popolo. Di Giovanna Corrias Lucente.
E’ un appuntamento al quale i cittadini consapevoli, ma anche quelli divenuti indifferenti alla politica, non possono mancare. All’iniziativa, promossa da Libertà e Giustizia, hanno aderito numerose associazioni, politici e intellettuali: Sandra Bonsanti, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, don Luigi Ciotti, Lorenza Carlassare, Maurizio Ladini. Si tratta di personalità al di sopra delle parti, interessate a fare buona politica, intellettuali fedeli ai loro principi e soprattutto paladini della Costituzione e, con essa, della democrazia. La speranza degli organizzatori è di richiamare a Piazza del Popolo a Roma da ogni parte d’Italia, cittadini interessati a bloccare la deriva di un depotenziamento e di una delegittimazione dei principi fondanti della Repubblica, pronti a testimoniare con la loro voce e la loro presenza il rifiuto a modifiche dell’ultimo baluardo democratico: la Carta costituzionale.
È in pericolo? Lo spiegheranno domani i relatori che faranno partire le loro considerazioni da una valutazione delle numerose proposte di riforma giacenti in Parlamento i quali tra l’altro, in diverse occasioni hanno ricordato come nel 2005, i cittadini si mobilitarono e con il referendum impedirono una deriva costituzionale approvata dal Parlamento. Ora esiste, però, una differenza essenziale: la prima riforma riguarda proprio le procedure per mutare la Costituzione adesso previste dall’art. 138. Al momento è necessario che i due rami del Parlamento approvino per due volte (la seconda a maggioranza assoluta dei componenti) la novella alla Costituzione e che questa sia sottoposta a referendum, se richiesto almeno da 500 mila cittadini. qualora questa previsione venisse – come sembra – cambiata, appare evidente che la nostra Costituzione non sarebbe patrimonio indefettibile e comune, ma diventerebbe preda dei rappresentanti politici che si succedono e dei loro umori. A chi obietta che il meccanismo di riforma costituzionale sia troppo complesso per consentire l’aggiornamento della Costituzione ai tempi, va replicato con fermezza che lo è necessariamente, per consentire anche all’elettorato di impedire modifiche invise che ne stravolgano lo spirito, come del resto previsto in altri Paesi, proprio per il valore supremo che la Carta costituzionale deve rivestire per governare un Paese.
L’augurio resta quello di un successo della manifestazione per dare un segnale che l’Italia non è indifferente ai quei valori fondamentali, e soprattutto che non è inebetita dalla confusa attualità, consapevole che, per uscire da una crisi economica e politica senza precedenti, Il Paese non può cedere, non può arrendersi ed abbandonare la difesa della Costituzione e con essa della democrazia.
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