Oltre un miliardo di fatturato solo nel 2012 e nemmeno un dollaro destinato all’erario americano. L’azienda in questione la conosciamo tutti, in un modo o nell’altro è entrata a fa parte delle nostre vite: Facebook. Il fisco americano notoriamente duro, anzi durissimo, con chi non paga le tasse, non sembra intenzionato a porsi il problema delle tasse per i grandi gruppi che, attraverso le stock options destinate al management, di fatto sottraggono sostanze copiose alla vigilanza del fisco. Anzi questa tolleranza starebbe aprendo, a giudizio di importanti e autorevoli istituzioni che difendono consumatori e cittadini, la strada alla elargizione di denaro pubblico in favore dell’azienda fondata da Zuckemberg per un somma pari a 429milioni di dollari. Tutto legale naturalmente, poichè alcune Corporate presenti in USA, possono usare le stock options per pagare i dirigenti. E questa modalità di elargizione dello stipendio, di fatto riduce i profitti da dichiarare al fisco da parte dell’azienda alla quale anzi vengono riconosciute una serie di agevolazioni tutt’altro che trascurabili. Questo consente alle società quotate in borsa, che creano ricchezza e occupazione, di motivare i propri dirigenti a far parte del “sistema azienda” pagandoli, appunto, con le azioni e non con denaro liquido. Secondo le stime per i prossimi anni, il social network più popolare del pianeta potrebbe accedere a ulteriori detrazioni per altri 2,17miliardi di dollari.
Il tema comunque è molto delicato perchè negli Stati Uniti l’ombra della crisi è lunga, il problema del fiscal cliff si ripresenterà tra qualche anno e la sensibilità dei cittadini sui temi dell’alta finanza cresce costantemente. Il presidente Obama per fermare la cavalcata apparentemente inarrestabile del debito pubblico è costretto ad alzare le tasse a tutte fasce della popolazione ma questo impone una domanda: come giustificare i colossi miliardari come Facebook, Mattel oppure General Elettric, ed il poco o nulla che versano nelle casse dello stato?
L’elargizione dello stipendio in stock options è una pratica legale e sempre più in uso. Nonostante il valore delle azioni sia legato alle oscillazioni di mercato che di fatto espone il proprio reddito a rischio, il gioco sembra valere la candela. Ma non solo Facebook. Anche altre aziende, secondo il rapporto di Citizens for Tax Justice e l’Institute on Taxation and Economic Policy, “sottraggono” legalmente risorse sino a 60 miliardi di dollari l’anno allo “zio Sam”. Ora comunque, al Congresso, per arginare il problema, qualcosa si sta muovendo. Ma è difficile credere che ci sarà un consenso trasversale su tematiche economiche così delicate, dove lo scontro politico tra democratici e repubblicani, è, da sempre destinato ad essere sempre più acceso che mai .
E.S.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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