Andreazzoli lo aveva previsto alla vigilia e molti avevano scosso il capo, scettici. “Dopo la batosta con la Samp non potrebbe esserci avversario migliore della Juve per ripartire”. Perché una gara così, con tutto il peso della sua storia e delle sue ataviche polemiche non poteva che essere l’ideale cartina di tornasole delle velleità giallorosse: o ne resti irretito e travolto dal fascino e dall’ansia o riesci a trovare in te stesso le molle giuste per resettare tutto e ripartire di slancio. Compito relativamente semplice per il nuovo tecnico della Roma. Una partita così va preparata solo tatticamente, psicologicamente si motiva da sé. E tatticamente, Andreazzoli ha confermato, nonostante l’assenza di Castan potesse far pensare ad un ritorno ai quattro dietro, la difesa a tre vista a Marassi. E ha insistito per recuperare come punta unica un Osvaldo uscito da una settimana da incubo. Totti e Lamela a dargli manforte, ma più arretrati e larghi. Ormai, il dado è tratto: il modulo con cui la Roma giocherà sino a fine stagione sarà il 3-4-2-1. Zeman e il suo 4-3-3 sono un ricordo sempre più sbiadito. Ma, detto dell’aspetto tattico, è sul piano psicologico che la Roma ha compiuto il suo capolavoro: dopo i veleni assortiti di Genova, Andreazzoli ha dispensato solo fiducia ai suoi e sorrisi e dichiarazioni molto distese alla stampa, la squadra ha trovato il coraggio di andare a completare il riscaldamento prepartita con la Juve sotto la Sud, sfidandone gli umori e ricevendone un incondizionato appoggio (tranne Osvaldo, ma si sapeva). La vittoria sulla Juve che per la seconda volta in stagione crolla in campionato dopo una prestazione da urlo in Champions (era accaduto con il Milan dopo aver steso il Chelsea), nasce lì, in quel coraggioso andare verso la propria gente a testa alta, consapevoli delle marachelle commesse ma dignitosi. La gara è stata molto intensa ma piuttosto bloccata nei primi 45’, archiviati con una sola conclusione di Osvaldo e una velenosa punizione di Pirlo, oggetto delle attenzioni di Lamela e Totti ( pure un brutto fallo del capitano sul regista bianconero con conseguente giallo che gli costerà Bergamo) sventata in angolo da un rasserenato Stekelenburg. Ma nella ripresa, le due squadre si ricordano che questo per anni è stato Il match per eccellenza e lo interpretano ad un ritmo da offshore con occasioni mancate di un soffio da ambo i lati in una sorta di ping pong su prato. L’equilibrio lo spezza Totti al 13’ con un siluro che batte Buffon ( decimo successo personale del capitano contro il suo ex collega in azzurro), gli consegna il 9° sigillo stagionale e quello n. 224 in serie A con il “pompierone” Nordahl lontano ormai solo un golletto. Ma, soprattutto, dà l’1-0 alla Roma e, di fatto, chiude la partita. Se prima la Juve era stata in grado anche di entusiasmare nelle puntuali repliche agli attacchi romanisti, dalla rete in poi sparisce virtualmente dal campo, limitandosi solo, nel finale, a buttare palloni alti verso l’area dei padroni di casa ma senza alcun costrutto. Forse la tanto temuta stanchezza del dopo-Glasgow si è fatta sentire. Mentre da lì in poi è la Roma a sfiorare in almeno tre occasioni il clamoroso 2-0. Ma per una squadra che non era riuscita a vincere neppure una partita di campionato in tutto il 2013, può anche bastare così. Dopo i profeti importati dalla dominante scuola iberica e i vecchi guru di ritorno accolti da stuoli di fedeli adoranti, la prima vera profezia l’ha azzeccata il “normal one” Aurelio Andreazzoli.
D.P.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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