Con la crisi gli italiani perdono un po’ di romanticismo. Il San Valentino di quest’anno sarà all’insegna dell’ ‘austerity’: meno uscite al ristorante e soltanto una coppia su due si scambierà regali. L’ unico omaggio a resistere, quello floreale: lo sceglierà il 32% degli innamorati. Ma quasi il 40 per cento non donerà nulla.
Reggeranno invece le parole d’amore, e se le lettere non si usano più le emozioni possono essere affidate a flussi di comunicazione ben più immediati. Nonostante il progressivo aumento dell’utilizzo di chat e social network, il primato ancora lo detengono gli sms. Lo scrive Claudia Ceccarelli dell’ Istituto di struttura della materia (Ism) del Cnr di Roma su Almanacco della Scienza. Tutte le persone che possiedono un telefonino mandano, in media, almeno un messaggino al giorno: circa 63 milioni di messaggi per 57 milioni di cellulari. Il mercato elettronico, invece, è utile in questa circostanza anche per fornire frasi ‘a effetto’ d’autore e non, vere e proprie lettere d’ amore composte ‘ su misura’ oppure, ancora, la possibilità di rendere immortale il proprio sentimento con pochi click: si carica la foto di coppia preferita, scrivendo la dedica alla persona amata e ci si ritrova in un grande album virtuale. Non basta: oltre a parole dolci, pensieri affettuosi, poesie d’ amore di autori celebri, in rete si trova proprio tutto… Persino rose e cioccolatini virtuali che non potranno essere assaporati, né toccati. Nel caso dei fiori non se ne potrà sentire l’ odore, ma saranno sempre a portata di ‘ App’ sul telefonino.
Insomma, cari innamorati, è un “amore i tempi di internet” quello di oggi, certamente assai diverso e meno romantico. Allora la tecnologia ha ucciso i sentimenti autentici? Non è così secondo la Ceccarelli: “Diciamo che on-line ormai si cerca tutto, anche quel sano romanticismo che a volte, per mancanza di allenamento, non riusciamo più a esprimere diversamente. Così decidiamo di affidare l’ eternità del grande amore alla nostra memoria informatica”.
“Con l’era digitale, la paura di guardare negli occhi una persona per dichiarare i propri sentimenti o la lontananza del proprio compagno/a non sono certo problemi”, dice sempre la Ceccarelli. E su questo possiamo essere anche d’accordo. Non ci venga a dire però che, al contrario di quelli recisi, ‘i fiori virtuali non appassiscono mai’, e dunque, per così dire “rappresentano una testimonianza ideale dell’ amore indissolubile”. Ma ci faccia il piacere, direbbe il buon Totò! Viva invece il fiore fresco, reciso, che si può tenere nel posto più importante, da ammirare, odorare, curare fino a quando, alla fine del suo tempo, non si potrà riporre magari all’interno del proprio libro preferito.
Ma soprattutto, viva la tradizione che come l’amore autentico non deve morire. Mai.
A.B.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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