Mediocri e raccomandati. Almeno per la maggioranza degli italiani e secondo lo studio del Censis preparato per il primo dei quattro incontri del tradizionale appuntamento di riflessione di giugno ‘ Un mese di sociale’, dedicato quest’ anno a ‘ La societa’ impersonale’. Se un tempo la politica coinvolgeva, appassionava, era importante, oggi è tutto il contrario. Prova ne è il risultato in termini di astenuti alle elezioni politiche: oltre 14 milioni, ovvero il 27,8% degli aventi diritto: il più alto tasso di astensione nella storia della Repubblica, con un balzo del 28,2% rispetto alle precedenti elezioni (un incremento superato solo nel 1979, rispetto alle politiche del 1976, quando l’ aumento fu del 48,2%. Ma allora si trattava di referendum).E il dato dell’ astensionismo è salito ancora al 37,6% alle ultime elezioni amministrative: il 26 e 27 maggio scorso.
Tornando al giudizio che gli italiani hanno riservato ai politici, nel rapporto Censis si legge che “il 77% degli italiani considera ‘ mediocri’ le persone ai vertici della politica, il 18% le giudica appena sufficienti. Il 37% dei cittadini non ha alcuna fiducia nei politici e il 50% una fiducia molto bassa”. Ma non è tutto: “per il 77% degli italiani in politica si fa carriera con raccomandazioni e favoritismi, per il 15% grazie a progressioni automatiche, solo per l’ 8% in virtu’ del merito”, assicurano gli esperti.
Critici dunque e distanti, sempre di più. Il 56% dei nostri connazionali non è coinvolto in nemmeno una delle forme di partecipazione politica non elettorale (firma di petizioni, partecipazione a dibattiti pubblici nazionali o locali, espressione del proprio punto di vista agli eletti ai vari livelli). La percentuale è più alta della media europea (42%), superiore a quella di Germania (47%), Grecia (49%), Svezia (36%) e Francia (28%)”. Negli ultimi tre anni – riferisce una nota – gli italiani sono diventati più preoccupati (52%) e più arrabbiati (50,5%), il 45% ha iniziato a provare rabbia verso politici e istituzioni, il 40% a nutrire una minore fiducia nel futuro (tra i giovani di 18-29 anni questa percentuale sale al 57%) e il 35% ad avere paura. La nostra – scrive il Censis – è una società seduta che non ha grandi speranze per il futuro, che anzi prova timore e reagisce con rabbia e rancore verso la politica. La ” societa’ impersonale” vive con la tendenza a fare da spettatrice di quello che accade e poi inveisce contro tutto e tutti: una miscela potenzialmente infiammabile, come accaduto altrove, da populismi abili. D’ altra parte, per quanto dura, la crisi – attesta il Censis – non innescherà la lotta di classe. Se un tempo tutto si coagulava intorno all’ appartenenza di classe e all’ identità politica, oggi i fattori di tensione sociale sono individuati nel conflitto tra chi paga le tasse e chi non le paga (fattore indicato dal 28,5% degli italiani), tra autoctoni e immigrati (27%), tra ricchi e poveri (18%). Solo il 6% degli italiani avverte tensioni derivanti dalla diversità delle opinioni politiche. A tenerci insieme, a farci sentire vicini agli altri, è invece la comunanza degli stili di vita. Il 26% degli italiani dichiara che le persone alle quali si sentono più vicini sono quelle che hanno stili di vita simili ai loro, cioé che fanno le stesse cose nel tempo libero e hanno un rapporto simile con i consumi. Il 16,5% indica quelle con cui si condividono valori fondamentali, dal patriottismo alla tolleranza. Per il 16% ciò che unisce è l’ appartenenza alla stessa generazione, per il 10% vivere in prossimità, per l’ 8% fare lo stesso lavoro, per il 7% avere lo stesso reddito, e solo quote residuali riconducono il concetto di vicinanza alla dimensione politica (3%) o religiosa (2%).
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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