Dopo la visita al Colle dei ministri Quagliariello e Franceschini e dopo un esame della situazione relativo al corretto andamento dell’iter che condurrà alle riforme da portare a termine entro i tempi indicati (18 mesi) dal capo dello Stato, il premier Enrico Letta ha accelerato i tempi e ha nominato ben 35 “saggi” (contro i 25 prospettati precedentemente) che faranno parte del comitatone che affiancherà il Parlamento nella predisposizione delle norme che dovranno caratterizzare le riforme. Ebbene sì, il cerchio si è allargato di ben 10 ulteriori unità, per non far torto a nessuno. Del gruppo di esperti, che giovedì salirà al Quirinale per incontrare Giorgio Napolitano, faranno parte tra gli altri: Presidenti emeriti della Corte Costituzionale, professori universitari tra i quali l’ex rettore della Bocconi Tabellini, si parla anche di giornalisti del Corriere Della Sera, Frattini e Violante e 10 donne per non incorrere in critiche per eccesso di maschilismo rappresentativo. Ogni area politico- culturale è ben rappresentata per una scelta che mette d’accordo destra e sinistra. E sarà compito di questi uomini e donne studiare e varare le principali riforme dello Stato e dei meccanismi che regolamenteranno la vita della repubblica in futuro. Eccole: abolizione del Bicameralismo, con la sopravvivenza della sola Camera dei deputati ed il Senato che diventa l’organo di rappresentanza di di comuni e Regioni; Semipresidenzialismo tanto caro al Pdl e da qualche giorno anche a parte del Pd e una nuova legge elettorale, sulla quale l’intesa si presenta più difficile vista la distanza tra le parti. I 35 esperti, che saranno ricevuti giovedì al Quirinale, lavoreranno da subito per presentare le proposte al Parlamento che dovrà poi approvare il ddl costituzionale che definirà l’iter delle riforme. Fino a quando, insomma, saranno le Camere ad entrare nel merito. Probabilmente dopo l’estate.
Intanto, come già accennato, proseguono le polemiche ed il rischio di spaccature all’interno del Partito democratico sul semipresidenzialismo. Favorevoli alla prima ipotesi e quindi alla elezione diretta del capo dello Stato, le correnti: prodiana, renziana e veltroniana. Contrari, anzi contrarissimi i leader dello schieramento capeggiato dall’ex presidente del partito Rosy Bindi di cui fanno parte anche i giovani turchi. Perplessi i dalemiani, preoccupati “per la eventuale scomparsa di una figura di imparziale garanzia come è attualmente il capo dello Stato” e i vari Gianni Cuperlo e Beppe Fioroni che invece opterebbero per lasciare la scelta ai risultati di un referendum da tenersi tra militanti e iscritti del partito .
U.C.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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