Ci saranno ancora tre mesi di respiro. Poi forse altri tre, fino a dicembre. Il provvedimento sul rinvio dell’aumento dell’iva, varato oggi, pare non abbia creato alcun problema all’interno del consiglio dei ministri, né contrasti. “E’ stato uno dei più tranquilli Cdm cui abbia assistito nella mia breve esperienza”, ha commentato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi. Ai giornalisti che in conferenza stampa gli hanno chiesto come il Governo pensa di coprire questi mancati introiti per il rinvio dell’imposta sui consumi Patroni Griffi ha annunciato un sicuro intervento sulle sigarette elettroniche. Niente aumenti di natura fiscale: “le coperture sono certe e reali ci sono ancora dei dettagli tecnici da mettere a punto” ma non per “i prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati”, come si legge nella bozza del governo, “nonché i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo”. Insomma, se per soprattutto a motivo della crisi economica è calato a livello nazionale il consumo delle ‘bionde’- una progressiva ma lenta diminuzione secondo l’istituto superiore di sanità – il governo ha già pensato a come compensare le minori entrate considerata la migrazione verso le e-cigarette. Il rinvio dal primo luglio al primo ottobre dell’aumento dell’Iva dal 21 al 22 per cento non raccoglie comunque molti consensi. Per Adusbef e Federconsumatori dovrebbe essere cancellato: “l’incremento di questa tassa avrà effetti disastrosi sull’intera economia, decretando il tracollo dei consumi e influenzando negativamente l’intero sistema produttivo”. Ed è d’accordo anche la CGIA di Mestre che in un interessante studio sul peso della tassazione sulle tariffe dei carburanti paventa un ulteriore peggioramento dell’andamento dei consumi, anche a causa dell’inevitabile aumento dei prezzo delle merci che viaggiano su gomma (circa l’80%). Ma soprattutto secondo la CGIA questo rinvio dell’aumento dell’Iva costerà alle imprese e ai lavoratori autonomi costretti ad anticipare all’Erario 2,6 miliardi di euro per decisione del governo Letta. Una vera e propria stangata. I conti della CGIA dimostrano che l’importo copre abbondantemente lo slittamento della tassa sui consumi sino a fine anno: praticamente supera di poco quei 2 miliardi di euro stimati dal governo come perdite per il mancato aumento dell’Iva al 22%. “E’ vero che si tratta solo di un aumento degli acconti di fine anno che sarà sottratto ai saldi che gli imprenditori pagheranno nel 2014 – commenta il segretario generale della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi – Tuttavia incrementare dal 99 al 100% l’acconto Irpef, dal 100 al 101 per cento quello dell’Ires e dal 100 al 110% quello dell’Irap contribuirà a peggiorare la situazione finanziaria di artigiani, commercianti, liberi professionisti e piccoli imprenditori che da tempo denunciano a gran voce di non disporre della liquidità necessaria per mantenere in piedi l’attività”. Rimane quindi in piedi la domanda, retorica, che sempre più italiani si pongono,la stessa che Bortolussi esplicita senza scrupoli e con tutto il disappunto di chi tocca con mano ogni giorno le grandi sofferenze delle Pmi sull’orlo del fallimento oppure obbligare a chiudere i battenti: “Con oltre 810 miliardi di euro di spesa pubblica prevista nel 2013, si fa fatica a spiegare agli imprenditori che non è stato possibile trovare 2 miliardi per sterilizzare l’aumento dell’Iva, almeno sino alla fine di quest’anno”.
A.B.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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