Roma, il sindaco Marino presenta la sua Giunta

E alla fine Marino riuscì ad ultimare la sua giunta, anzi no. C’è da riempire ancora una casella fondamentale, quella dell’assessorato al Bilancio che dopo il rifiuto (ennesimo) di Tommaso Antonucci, rimane sguarnito.

E alla fine Marino riuscì ad ultimare la sua giunta, riempiendo anche una casella fondamentale, quella dell’assessorato al Bilancio che dopo il rifiuto (ennesimo) di Tommaso Antonucci, era rimasta sguarnita. L’unico rimasto fino all’ultimo senza “padrone” è stato assegnato a Daniela Morgante, avvocato quarantenne, dal 2007 Magistrato della Corte dei Conti e dal 2012 componente del Collegio dei Revisori dei Conti del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria.
Squadra di governo ultimata dunque, quote rosa rispettate (sei uomini e sei donne), vicesindaco a parte. La poltrona è andata infatti a Luigi Nieri, classe 1954 (il più anziano della nuova Giunta) già assessore alle periferie nella prima Giunta Veltroni (2001). Ovviamente in un partito, quello di Ignazio Marino, caratterizzato da infinite correnti, non mancano gli scontenti, i delusi e, di converso, i premiati. Ma partiamo dalle rappresentanze: il braccio di ferro tra il neo sindaco e la sua coalizione che chiedeva un numero di assessori che superasse la metà dei totali più la presidenza dell’aula, si è risolto senza vincitori ma con compromessi che accontentano, chi più chi meno, tutti. Suddivise equamente quindi le poltrone tra “tecnici” e “politici”. Di quest’ultima categoria fanno parte  Daniele Ozzimo  che si occuperà di Emergenza abitativa e  Decoro, Paolo Masini di Lavori pubblici e Periferie, Estella Marino  di Ambiente e Rifiuti, più Marta Leonori che va alle Attività produttive e Commercio e che dovrebbe lasciare il suo posto alla Camera a Marco Di Stefano, ma non è escluso che per volere dello stesso Letta, possa ricoprire il doppio incarico.

Sette quindi i tecnici: Daniela Morgante al Bilancio; Flavia Barca, sorella dell’ex ministro, alla Cultura; Alessandra Cattoi alla Scuola; Rita Cutini, alle Politiche sociali; Giovanni Caudo all’Urbanistica; Guido Improta ai Trasporti; Luca Pancalli allo Sport e stili di vita.

Tramontata definitivamente, l’ipotesi “larghe intese” con i grillini, grazie all’altolà dell’ex comico Grillo che ha infatti posto il veto ad un assessore indicato dai 5 Stelle, nonostante gli attivisti si fossero espressi con voto favorevole, tramite referendum on line, alla proposta di Ignazio Marino.

E veniamo quindi ai delusi. Chiaramente premiata tutta l’area zingarettiana (quindi bettiniana) del Pd capitolino, con la sola eccezione del dalemiano Ozzimo. A bocca asciutta quindi i vari Marroni, Panecaldo, Mirko Coratti, (al quale potrebbe comunque andare la presidenza del Consiglio), la franceschiniana, Michela Di Biase, la vendoliana Gemma Azuni e la renziana Patrizia Prestipino che si è lasciata andare ad un amaro sfogo dalle colonne del Messaggero: “Si vede che merito, competenza e coerenza non pagano”.

U.C.

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