Falso il master di Oscar Giannino come quello di Daniela Santanché. Per anni e anni, più di una generazione si è sentita dire da genitori imploranti che senza la laurea non si va avanti nel mondo del lavoro, e che quel titolo di studio fa sempre la differenza.
Oggi dopo che le numerose università italiane (quelle statali sono oltre 70,) hanno sfornato una marea di laureati, molti dei quali rintracciabili nelle file del milione e 600 titolati attualmente senza lavoro, si è compresa la parziale utilità del cosiddetto “pezzo di carta”. E non solo di quello, visto che con l’ultima riforma degli studi universitari si è allungato il corso di laurea frazionandolo in due diversi momenti: tre anni per la laurea, altri due per il master specialistico.
Ma non siamo ancora tutti a pensarla allo stesso modo, ad essere convinti cioè che “non è l’abito che fa il monaco”. Dunque quest’ansia di avere il titolo di studio universitario e di poterlo esibire sopravvive e spinge talvolta chi non lo possiede a millantare crediti accademici in realtà inesistenti. E sono soprattutto i politici, ovviamente non quelli del “io ce l’ho e non devo esibirlo”, a cadere nella trappola del “Oddio mi manca, come posso fare”. Ecco quindi la corsa ad inserire nel curriculum master e phd inesistenti. Ieri succedeva a Daniela Santanché che addirittura su twitter aveva postato l’immagine della sua pergamena targata Bocconi con tanto di timbri firme e data, apparentemente ineccepibili. Oggi è la volta di Oscar Giannino, leader di “Fare”, sputtanato da Zingales suo collega di partito (peraltro insegnante nell’università di Chigago dove Giannino diceva di aver fatto il master) per il quale si scopre che non ha mai maturato le due lauree denunciate nel proprio curriculum. Una storia che definire triste è poco, soprattutto per un politico che dell’efficienza della meritocrazia e della legalità ne aveva fatto un cavallo di battaglia sul quale chiedere il voto agli italiani disposti a rilanciare il Paese per fare pulizia e ordine.
I casi da noi citati sono solo un esempio e sicuramente i primi di una lunga, lunghissima lista della quale fanno parte i vari Belsito (ex segretario amministrativo della Lega), Bossi-Trota (ricordate la laurea ‘conseguita’ in Albania?). E per pietà e decenza ci fermiamo alla lettera ‘B’. Anche se per far risalire le quotazioni dei nostri politici possiamo citare situazioni più chiare con titoli accademici conseguiti ‘da grandi’ ma alla luce del sole. È il caso di Claudio Scajola ma anche quello di Gianni Alemanno.
I tempi in cui il “dottore” iniziava a dartelo al mattino il portiere di casa e l’edicolante,(poi a seguire il benzinaio e il salumiere per finire col posteggiatore, abusivo d.o.c.) sembrano ormai così lontani Ma forse visti i titoli taroccati che girano, soprattutto nei piani alti di questa società bugiarda e incorreggibile, è meglio così.
A.B.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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