C’è una novità per i piccoli atleti: la “Sport medical card”, un vero e proprio passaporto biologico telematico che li accompagna sin dall’inizio della loro attività sportiva, per l’intero arco della vita. Il documento contiene i dati sanitari fondamentali del bambino, risultati di visite mediche accurate, a cui verranno sottoposti i piccoli atleti frequentatori delle Società sportive che hanno aderito al progetto. Saranno raccolti e custoditi all’interno di un database gestito da un sofisticato sistema telematico, accessibile ai medici e alle stesse strutture sportive aderenti all’iniziativa.
La Fondazione “Lo sport per la Vita Onlus”, in collaborazione con Endas Lazio ha annunciato l’avvio della sperimentazione della “Sport Medical card”.
Ad oggi sono oltre 30 le società sportive sparse sul territorio laziale che hanno aderito entusiaste al progetto pilota e oltre 500 i bambini, di età compresa tra i 6 e i 19 anni, che verranno sottoposti a visite mediche specialistiche, sotto la lente dell’equipe guidata dal pediatra neonatologo Giuseppe Melpignano.
Se da un lato è vero che il numero degli italiani che pratica sport rimane drammaticamente basso (siamo la maglia nera dell’Europa e fanalino di coda dopo Bulgaria e Grecia), parallelamente le statistiche ufficiali confermano che sempre più giovani e giovanissimi di avvicinano al mondo dello sport. Più di un bambino su due (57%) tra i 6 e i 10 anni, pratica sport regolarmente, ed è proprio questa categoria di atleti in erba che bisogna seguire e monitorare attraverso un progetto di prevenzione medico-sportiva. Tra tutti, il calcio resta certamente lo sport più praticato “ma l’auspicio per il futuro – dice Giovanni Santodonato, presidente della Fondazione “Lo sport è la Vita Onlus” – è di dar vita a una rete di società sportive sparse sul territorio nazionale e di estendere la sperimentazione ad altre pratiche sportive”.
Con questo nuovo strumento, invece, al momento in sperimentazione solo nel Lazio, insieme ad uno screening personale accurato, sarà possibile limitare al massimo episodi tragici, come la morte improvvisa di un atleta, o comunque gravi, che negli ultimi anni hanno funestato soprattutto quei luoghi che sono, e dovrebbero rimanere, campi da gioco.
A.B.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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