Il ministro dell’ Economia Fabrizio Saccomanni ha ribadito, durante un suo intervento alla riunione dell’Ecofin oggi a Bruxelles, “l’urgenza e l’importanza di predisporre tutti gli altri tasselli dell’unione bancaria, dopo l’accordo già raggiunto sul meccanismo unico di sorveglianza bancaria”, in particolare del “sistema di risoluzione delle crisi, che ne costituisce un elemento chiave”.
Saccomanni ha proseguito spiegando che l’Italia, in questo contesto, “esprime la sua preferenza per un modello di risoluzione quanto più possibile armonizzato” che “assicuri la massima prevedibilità ‘ex ante'” in quanto “l’incertezza ostacola gli investitori e impedisce di valutare i rischi per la liquidità in modo corretto”. “L’approccio armonizzato fornirebbe un alto grado di trasparenza e un trattamento uniforme dei creditori”.
Il ministro ha poi sostenuto il principio di un “ordine gerarchico chiaro” fra i diversi attori coinvolti, nel caso in cui la risoluzione della crisi di una banca imponga di distribuire fra loro le perdite, in modo che i depositanti non garantiti siano gli ultimi chiamati a contribuire, “lasciando fuori i depositi garantiti (quelli inferiori ai 100.000 euro) che devono restare ‘ sacrosanti’ “.
I margini di manovra verrebbero lasciati alle autorità nazionali di risoluzione, per prevedere eventuali esenzioni dai costi del ‘ bail-in’ per certe categorie. Saccomanni si è mostrato favorevole “a un regime misto con un approccio armonizzato e una qualche flessibilità”, anche per quanto riguarda la creazione dei fondi di risoluzione con l’uso di risorse private.