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Salvini e la ‘gaffe’ sugli ospedali aperti H24
La campagna elettorale da sempre è territorio di scontro tra le opposte fazioni e facilmente gioca brutti scherzi a chi è costantemente sotto i riflettori perché considerato e soprattutto presentato come ‘nemico pubblico’.
È il caso di Matteo Salvini che ieri, accompagnando la candidata della Lega alle regionali in Emilia Romagna, Lucia Borgonzoni, nel suo comizio al Paladozza, a Bologna, ha detto:
Stessa frase ha riportato poi su Twitter.
Inutile dire del polverone che si è sollevato: come sempre, tutti allineati e coperti a tuonare sull’ignoranza del ‘Truce’ o ‘Barbaro’, come viene appellato da coloro che non condividono i suoi interventi tantomeno le sue proposte. “Come si può affermare una simile sciocchezza?” “Perché non si documenta prima di parlare?” “Come può, un uomo politico italiano non sapere che in tutta Italia gli ospedali sono aperti di notte, di sabato e di domenica, in pratica sempre?”
Sulla Borgonzoni, aspirante al governo regionale, c’è chi si chiede invece come si possa votare una persona impreparata su una materia così importante come la sanità.
Nessun commentatore al vetriolo, che sia un leone da tastiera o un pennaiolo da formato A4, ha dato il giusto peso al fatto che la proposta di Salvini di ‘aprire’ gli ospedali che non dormono mai, ne’ di notte ne’ nei festivi, riguarda le prestazioni specialistiche ambulatoriali, quelle per le quali assai spesso ci si sente rispondere “mi spiace, il primo appuntamento posso darglielo solo tra sei mesi” , se va bene…
Nei confronti della nostra Sanità si può ma in certi casi si deve essere molto critici. Perché i problemi che vivono i pazienti, soprattutto in alcune zone del Paese, in particolare nel centro Sud, Lazio in testa, sono seri e gravi.
Il Veneto, invece, la regione presa da Salvini a modello per l’Emilia Romagna prossima al rinnovo della guida regionale, è stata la prima Regione d’Italia a lanciare questa nuova offerta, ed è l’unica a farlo in maniera organica in tutte le sue strutture sanitarie. La gente ha mostrato di gradire un provvedimento che tra l’altro abbatte le liste d’attesa.
Allora non rimane che da chiedersi chi sia più disinformato tra il rappresentante della Lega e la candidata della lista, o chi ha travisato l’anticipazione di un provvedimento che andrebbe soltanto incontro alle necessità dei cittadini.
Ma questo è il ‘gioco delle parti’: tenere costantemente sotto osservazione l’avversario temuto e, appena mostra il fianco, zac, affondare la lama verbosa.
Alessandra Binazzi
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