Scivola ancora il governo. È stallo completo

La buona volontà, l’intelligenza e la voglia di evitare il peggio, a volte, non bastano. Essere in un vicolo cieco, annaspare e vedere intorno a se solo rovine ancora non sono sufficienti a partiti ed esecutivo per dare un segnale, un piccolo miserabile segnale che in Italia esista ancora qualcuno pronto a salvare il Paese dalla folle rincorsa verso la catastrofe. L’ultimo tentativo, quello incarnato dal presidente Napolitano e dalla sua proposta dei dieci saggi delle scelte minime indispensabili per uscire dalla impasse politica e dal disastro economico e sociale totale nel quale navighiamo da due anni circa è naufragato stamattina, quando il governo non ha trovato la forza per varare il decreto che avrebbe potuto liberare risorse pubbliche in favore delle imprese che devono avere soldi dalla pubblica amministrazione. Doveva essere il primo atto di un pacchetto piccolo, molto piccolo, ma significativo di provvedimenti che un governo morto e commissariato avrebbe dovuto fare per dare un po’ di ossigeno alla ripresa. Ma così non è stato e per volontà di Grilli e di Passera ( con la complicità di diktat e veti partiti dai palazzi del potere) tutto torna in alto mare (nuove tasse comprese). A farla da padroni, saranno ancora una volta gli irriducibili squali litigiosi della politica che non intendono farsi da parte nemmeno in questa fase di pura emergenza. Ed eccoci di nuovo a parlare di scelte e nuovi scenari, con Berlusconi ed il Pdl arroccati sullo scacchiere per non far passare la scelta di un capo dello Stato gradito al Pd e Bersani, ormai al capolinea della sua esperienza politica  impegnato disperatamente a cercare una soluzione per il Quirinale prima della convocazione della Camere prevista per il 18 aprile. Su tutto e tutti, Grillo e i suoi parlamentari che continuano a non offrire spiragli concreti a nessuno sia per le scelte istituzionali che per quelle più contingenti legate alla gestione ordinaria del Paese. Tutto maledettamente fermo dunque in casa Italia. Ma fino a quando?