“Amore mio, prometto di esserti fedele nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”. Parole che non appartengono ad un rito magico ma piu’ semplicemente alla formula utilizzata nel matrimonio di rito cattolico. Una promessa impegnativa che se fosse sempre così semplice da realizzare sarebbe anche la premessa per una vita insieme felice. Ma, poiché non tutte le ciambelle riescono col buco e le insidie sono tante, soprattutto durante un lungo percorso insieme, come e’ possibile mantenere il patto a costo anche di passare attraverso le forche caudine?
A seguire le statistiche che ci parlano del fallimento di una unione su tre, verrebbe quasi voglia di gettare la spugna prima di iniziare a combattere. Ma, via, non scoraggiamoci troppo. Dobbiamo solo pensare a tenere a bada il nostro (ma anche quello del partner) orgoglio, egoismo, insofferenza, indisponibilita’ a venirsi incontro, necessita’ dei propri spazi e tanto altro ancora. Poi, il gioco e’ fatto….. se pero’ non vogliamo tener conto che un problemino da poco come l’infedelta, che in passato ha giustificato tanti uxoricidi, facendoli passare per delitti d’onore, non dipende dalla nostra mancanza di rispetto nei confronti dell’altro, bensi’ dal nostro corredo cromosomico. Ebbene si’, la predisposizione ai tradimenti e’ scritta nel nostro codice genetico, così come la predisposizione a certe malattie. Nessun fattore psicologico, affettivo o culturale: alcuni studi recenti suggeriscono invece che “vi sono soggetti più o meno predisposti geneticamente alla fedeltà o all’infedeltà sessuale. Tale predisposizione genetica sarebbe correlata ai sistemi ormonali della dopamina, l’ormone del piacere, e dell’ossitocina, noto anche come l’ormone della gravidanza e dei ‘legami’. Ma per giungere a delle conclusioni definitive sono necessarie ulteriore ricerche su campioni più ampi di popolazione”. Questo lo spiega lo psichiatra Richard Balon, della Waynestate University di Detroit, Usa.
E’ quanto ha stabilito uno studio internazionale pubblicato su “Sexual Medicine Reviews” guidato da Giuseppe Novelli, rettore dell’università degli Studi Tor Vergata di Roma, genetista con Emmanuele A. Jannini, docente di sessuologia medica nella stessa università, insieme ad Andrea Burri e Patrick Jern. Ricercatori italiani dell’Universita’ degli Studi Tor Vergata di Roma, insieme a colleghi inglesi, svizzeri e finlandesi, hanno passato in rassegna tutti i dati prodotti dalla scienza moderna per capire il ruolo dei geni nel comportamento sessuale degli esseri umani. I geni – secondo il risultato da loro conseguito – intervengono sulla dopamina e sulla serotonina, le molecole che regolano nel cervello l’innamoramento, la passione sessuale, il tono dell’umore.
«Per fare un esempio – sottolinea lo studio – bloccate il gene della vasopressina, come si fa nell’animale da esperimento e il più fedele degli individui diventerà un impenitente Don Giovanni. Aumentate l’attività del gene dell’ossitocina e ogni volta che farete l’amore, crescerà l’attaccamento nella coppia. Ossitocina e vasopressina sono ormoni prodotti dall’ipofisi posteriore. Forse negli umani le cose sono, per fortuna, un po’ più complicate, ma è affascinante vedere che la manipolazione dei geni che governano una coppia di ormoni è capace di modificare il comportamento sessuale».
Jannini, attuale presidente della Società italiana di andrologia e Medicina della sessualità di Tor Vergata, dimostra, con i suoi studi pubbblicati sul Journal of sexual medicine che i geni influenzano la stessa percezione della bellezza di un volto: i maschi eterosessuali e omosessuali seguono identiche strategie, appassionandosi a volti, rispettivamente, iperfemminili o ipermaschili.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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