Terre pubbliche abbandonate: perché non darle ai giovani?

Terre pubbliche abbandonate, aree verdi e agricole dimenticate: sono sempre loro le protagoniste della generale incuria per il nostro territorio. Porzioni di terreno che invece, potenzialmente, avrebbero molto da offrire.

Terre pubbliche abbandonate, aree verdi e agricole dimenticate: sono sempre loro le protagoniste della generale incuria per il nostro territorio. Porzioni di terreno che invece, potenzialmente, avrebbero molto da offrire.

Una situazione del genere è presente a Roma, nella località di Borghetto San Carlo situato su via Cassia 1450, dove un casale ed un’area di terreno agricolo pregiato versano in totale stato di abbandono, mentre potrebbero risultare un importante risorsa sociale ed economica.

I lavori di ristrutturazione del casale non hanno mai avuto inizio, sebbene il Comune di Roma avesse stipulato un contratto con un impegno di oltre 2 milioni di euro che evidentemente, però, non è stato rispettato: i suddetti lavori si sarebbero dovuti concludere infatti entro il mese di marzo 2013.

Per risolvere una simile situazione, la Cooperativa Co.r.ag.gio. e Terra! Onlus, insieme al Coordinamento Romano per l’Accesso alla Terra e all’Associazione daSud, hanno occupato  pacificamente il terreno per chiedere al futuro sindaco di Roma che Borghetto San Carlo venga destinato ad attività di interesse pubblico.

L’obiettivo è quello di creare un punto di raccordo per la cosiddetta “Agricoltura multifunzionale”: dal cibo biologico alla tutela dell’ambiente, dalle fattorie sociali agli agri-nido. Nello specifico, attraverso una petizione online,  si richiede che il patrimonio agricolo e il verde pubblico del Comune di Roma rappresentino un patrimonio inestimabile da riqualificare, per valorizzare la città, per dare lavoro ai giovani agricoltori e per creare una connessione tra amministrazione e cittadini, diffondendo la tutela del paesaggio agricolo e le pratiche dell’agricoltura sociale.

Roma, in potenza, è il comune agricolo più grande d’Europa e avrebbe tutte le carte in regola per diventare un attrattore di risorse europee e, con iniziative di questo genere, potrebbe essere in grado di cambiare il volto di una città troppo spesso devota alla speculazione urbanistica.

F.B.

 

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