Un’orgogliosa Lazio domata al 95’ a Marassi

Prosegue il momento-no dei biancocelesti in campionato che inanellano, contro il Genoa, la seconda sconfitta consecutiva dopo il passo falso interno con il Chievo.
E’ un 3-2 che brucia molto, soprattutto per il modo in cui è maturato: squadra scesa in campo con ancora visibili le scorie della battaglia campale sostenuta martedì in Coppa Italia con la Juve e priva di Hernanes ( la brutta botta subita alla tempia lo costringerà ad un mese di stop) e degli squalificati Biava e Dias, oltre ad un Candreva tenuto fuori perché non al meglio e molto poco lucida nella costruzione della manovra. Ma ricca di orgoglio e mai doma. Un intero tempo, il primo, completamente regalato agli avversari che, sebbene non trascendentali sotto il profilo tecnico, si sono mostrati molto più determinati e rapidi nel gestire il pallone e mai pericolosa in avanti, la Lazio subiva in pochi minuti un mortifero uno-due: prima era Borriello ad essere il più lesto nell’area piccola e a spedire un siluro terra-aria alle spalle di un incolpevole Marchetti e poi Bertolacci indovinava il classico “tiro della domenica” per un raddoppio tutto sommato meritato per i padroni di casa, non tanto per le occasioni avute quanto per il maggior dinamismo messo in mostra. Il secondo tempo si apriva con l’ulteriore tegola dell’infortunio a Klose ( si teme una distorsione al ginocchio destro che gli costerà sicuramente la chiamata nella “natiolmannschaft”, ma forse anche il fondamentale appuntamento di sabato sera con il Napoli) al cui posto scendeva in campo Kozak, per non mutare il nuovo assetto tattico a due punte scelto da mister Petkovic. La Lazio abulica della prima frazione lasciava il posto ad una squadra molto più volitiva nella ripresa, pur in assenza di giocate lucide e di fantasia. I frutti non tardavano a venire e la partita veniva riaperta dalla rete di un Floccari che conferma di attraversare un momento di forma straordinario. Il secondo tempo si giocava in una sola metà campo, quella rossoblu, e, dopo una gigantesca occasione sprecata da Konko che calciava a lato con Frey già a terra, il rigore fischiato da Tagliavento per una “cintura” di Borriello ai danni di Cana e trasformato con grande classe da Mauri riportava il punteggio sulla parità. Tutti contenti, dunque? Neanche per sogno. L’ultimo quarto d’ora vedeva le due squadre protese al risultato pieno, con la Lazio in attacco e un Genoa, ferito nell’orgoglio, capace di reagire di rimessa con grande pericolosità. Dei padroni di casa le ultime emozioni: Lulic fermava Olivera lanciato a rete, Kucka scheggiava la traversa e, in pieno recupero, il neoacquisto Rigoni costringeva Marchetti ad un miracolo per deviare in angolo un colpo di testa ravvicinato. Le lancette segnavano il 94’30”: sarebbe stato sufficiente azionare la contraerea sul corner e un pari, prezioso almeno per il morale, sarebbe stato cosa fatta. Macchè: ancora Rigoni, con l’argento vivo addosso, si riproponeva di testa e stavolta Marchetti poteva solo guardare la rete gonfiarsi. Peccato. Al termine, Petkovic ha voluto commentare con ironia la sconfitta: “A tutti quelli che dicono che finora abbiamo avuto fortuna oggi dico che abbiamo avuto sfortuna”. A margine va sottolineata la bruttissima entrata “a forbice” dell’ex Matuzalem sul neo entrato Brocchi: la caviglia colpita è la stessa che lo aveva costretto ad un lungo stop e si temono tempi molto lunghi per il recupero del centrocampista biancoceleste.

Daniele Puppo