Dei 51 milioni di italiani, 24,6 milioni uomini, 26,4 donne, iscritti nelle liste elettorali, tra quattro settimane quasi un quarto, esattamente 12milioni e 748mila, dovrà cimentarsi sul duplice fronte delle elezioni politiche e di quelle per il rinnovo del Consiglio regionale in Lombardia, Lazio e Molise.
Mancano dunque poco meno di 30 giorni a questo appuntamento elettorale che vede ancora come primo partito gli sfiduciati, quelli che non parteciperanno alla scelta della coalizione che governerà il Paese nel prossimo quinquennio. Prosegue intanto, a ritmo incalzante, la campagna dei veleni. Se le pagine dei quotidiani questa mattina, per la quinta giornata consecutiva hanno aperto sul Monte dei Paschi – chi col monito di Monti: “No a strumentalizzazioni elettorali, chi con la minaccia di Bersani: “Se ci attaccano azzanniamo”- oggi, nella giornata dedicata al ricordo delle vittime dell’olocausto, ci ha pensato Silvio Berlusconi a sviare il discorso. Al memoriale della shoah, a Milano, ha ricordato il regime fascista e chi ne era a capo dicendo: “Il fatto delle leggi razziali è la peggior colpa di un leader, Mussolini, che, per tanti altri versi, invece, aveva fatto bene”. Nel tentativo, forse, di sminuire le responsabilità dell’Italia rispetto alla Germania durante la seconda guerra mondiale.
Tra “una vergogna!” gridato dal Pd, che attraverso la voce di Franceschini invoca pubbliche scuse, con Vendola che urla tutto il suo sdegno per le “luride parole di Berlusconi”, insomma il polverone è stato tale che per tornare a vedere una luce di normalità è stata necessaria la rettifica dell’ex Premier. Stupido, a sua volta, delle reazioni: “Non ci può essere alcun equivoco sulla dittatura fascista, lo ribadisco, anche se pensavo che questo dato fosse chiaro per tutta la mia storia politica passata e presente”. E se la prima dichiarazione del cavaliere ha innescato la reazione a catena dell’opposizione, la stessa ha provocato di rimando l’attacco dello imputato alla sinistra che “ha cercato di imbastire una speculazione politica” sulle sue dichiarazioni.
È sera ormai, si volta pagina. Nella speranza che da domani lo scambio di vedute, sia pure divergenti, possa finalmente toccare almeno uno degli argomenti che più stanno a cuore a noi italiani.
A.B.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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