Dopo ben 26 rinvii, ennesima udienza, fissata dalla Corte Suprema di New Delhi sul ricorso italiano sui ritardi e le distorsioni del processo legato all’incidente del 15 febbraio 2012 in cui sono morti due pescatori indiani e per il quale sono imputati Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Indiscrezioni stampa avevano anticipato che il proposito era quello di abbandonare definitivamente la Legge per la repressione della pirateria (Sua Act) lasciando per le accuse solo gli strumenti legislativi normali come il Codice penale, chiedendo però al giudice di salvare il ruolo della polizia Nia e il lavoro investigativo fatto da essa. E così è stato.
La Corte Suprema indiana ha fissato una nuova udienza tra due settimane. La decisione è giunta dopo la richiesta della procura di non procedere con il Sua Act, la legge antipirateria e antiterrorismo indiana. Il procuratore generale indiano Vahanvati ha stamane presentato l’opinione scritta del governo, che si è detto favorevole alla rinuncia al Sua act, la discussa legge antipirateria. Secondo quanto si è appreso, Nuova Delhi ha chiesto però che i capi di accusa siano comunque formulati dalla polizia investigativa locale (Nia). La difesa di Latorre e Girone ha manifestato in aula la sua opposizione e il giudice della Corte suprema ha così deciso di fissare una nuova udienza tra due settimane.
Continua la mobilitazione promossa dal Vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli e dai giovani del Nuovo Centrodestra per chiedere l’immediato rientro dei marò in Italia. Questa mattina a partire dalle ore 8.30 davanti l’Ambasciata dell’India, via XX Settembre, a Roma, in attesa dell’udienza presso la Corte Suprema indiana, si tiene un’iniziativa simbolica.
Il neo presidente del Consiglio, Matteo Renzi, subito dopo il giuramento davanti al Capo dello Stato, sabato mattina, ha telefonato ai marò. Poi, con una nota di palazzo Chigi, ha fatto sapere di aver espresso a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone la propria vicinanza e determinazione perché i due militari possano presto tornare a casa.
Oggi, durante il discorso sulla fiducia al Senato, ha ribadito il suo “personale impegno e quello del governo” perché “consideriamo il vostro caso una priorità: Siamo pronti a fare tutto quanto è in nostro potere per arrivare il più rapidamente possibile ad una soluzione positiva”. Anche i neo ministri degli esteri e della difesa garantiscono ai due fucilieri della Marina italiana il massimo impegno.
L’ex ministro degli esteri del governo Letta, Emma Bonino, ha assicurato che del caso marò “ci siamo occupati con tutto quello che potevo fare nelle condizioni che mi erano date”. Anche l’ex titolare della difesa Mauro ha rivolto un pensiero affettuoso ai due “innocenti”, che “stanno affrontando con grande senso del dovere e dignità impareggiabile una vicenda, sulla cui risoluzione – ha assicurato – continuerò ad impegnarmi in prima persona da cittadino e senatore. La mia vicinanza e solidarietà a Massimiliano e Salvatore, e ai loro familiari, non verrà mai meno”.
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